Entro due settimane il Parlamento turco esaminerà la riforma costituzionale per introdurre il presidenzialismo. Lo ha detto il capo della commissione costituzionale dell’Assemblea, Mustafa Sentop, membro del partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, fiero sostenitore della riforma. Il partito nazionalista di opposizione Mhp ha espresso la sua disponibilità a sostenere la proposta, garantendo così una maggioranza sufficiente (330 voti su 550) a sottoporla poi a un referendum costituzionale. Il suo leader, Devlet Bahceli, è atteso nei prossimi giorni a un incontro con il premier, Binali Yildirim, per concordare gli ultimi dettagli del testo. Secondo le altre opposizioni, il presidenzialismo aggraverebbe la svolta autoritaria imposta da Erdogan alla Turchia.
L’eventuale referendum, secondo le intenzioni del governo, potrebbe svolgersi in primavera. Prima della consultazione, ha assicurato Yildirim, sarebbe revocato lo stato d’emergenza, proclamato dopo il tentato golpe del 15 luglio e già rinnovato una volta. Viene dunque esclusa una nuova proroga, a patto, è questo il sottinteso, che la riforma venga a approvata.
Nel frattempo non si fermano le leggi e i provvedimenti liberticidi che nei mesi scorsi hanno colpito tutti i settori delle istituzioni e della società turca, dall’esercito all’istruzione, passando per la stampa e la magistratura. L’ultima proposta che arriva dal governo, secondo il quotidiano filo Erdogan Yeni Safak, è quella di revocare le adozioni di minori ai genitori ritenuti colpevoli di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Inoltre, il ministero della Famiglia e delle Politiche sociali di Ankara ha già interrotto la sua cooperazione con almeno 4 ong impegnate nella tutela dei minori, sempre per sospetti legami con i “gulenisti”.