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Turchia e curdi, l’accordo ora è possibile

Il processo di pace con i curdi prosegue e nei prossimi mesi è previsto un accordo per una tregua permanente. Lo ha detto il ministro dell’Interno turco, Efkan Ala, nel corso di una riunione con i membri del gabinetto anche se, nel corso della riunione, alcuni ministri hanno contestato la strada intrapresa. In particolare lamentano il fatto che le forze di sicurezza, per non compromettere i negoziati, siano rimaste indifferenti ad alcuni “atti criminali” perpetrati da esponenti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Ala ha informato i ministri che c’è stata una diminuzione del numero di reati commessi nella parte sudorientale dell’Anatolia, grazie alle misure di sicurezza adottate in seguito agli incidenti di ottobre scorso.

Il ministro dell’Interno turco ha comunque ribadito che “non ci sarà alcun passo indietro nel mantenimento dell’ordine pubblico. Le forze dell’ordine hanno infatti arrestato gli esponenti del Pkk responsabili degli incidenti, che dovranno essere giudicati dal tribunale. Tutte le amministrazioni locali sono state allertate e preparate, così da respingere ogni accusa su di un presunto ammorbidimento delle forze dell’ordine nella regione dell’Anatolia”, ha sottolineato Ala. Il partito Giustizia e Sviluppo (Akp) sostiene il processo di pace: “La cosa importante è che i colloqui di pace tra le autorità turche e il curdo Abdullah Ocalan vadano avanti; la riuscita dei negoziati è considerata una priorità per il Paese”, ha riferito l’Akp, secondo cui entro fine marzo potrebbe essere possibile arrivare alla fine delle ostilità.

L’accordo tra governo turco e il Pkk potrebbe dunque concludersi nei prossimi mesi in base a un nuovo programma di negoziati proposto da Ocalan. Una delegazione del Partito democratico dei popoli (Hdp) ha fatto visita ad Ocalan il 29 novembre scorso nel carcere dove e’ rinchiuso sull’isola di Imrali e ha discusso con lui della nuova “bozza del processo di pace”. La bozza consiste di tre punti principali: “proposte per una soluzione, capitoli negoziali e piano d’azione”.

Il riavvicinamento con il Pkk è iniziato negli ultimi mesi del 2012 con un incontro tra il capo dell’intelligence turca, Hakan Fidan, e il leader curdo Ocalan. Il primo piano di pace concordato tra Fidan e Ocalan prevedeva da una parte l’attuazione di un pacchetto di riforme che garantisse ai curdi maggiore istruzione nella loro lingua, leggi anti-terrorismo più lievi, una riduzione della soglia di sbarramento per entrare in parlamento e maggiori poteri per le amministrazioni locali, dall’altra il ritiro dei membri del Pkk dal suolo turco e la fine delle violenze. I colloqui si erano però arenati dopo il rifiuto di Ankara di fornire armi ai militanti curdi impegnati nella lotta contro lo Stato islamico in Siria. Ora invece una soluzione sembra possibile.

 

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