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TURCHIA, CONTINUA LA STRATEGIA POST GOLPE DI ERDOGAN: ARRESTATI 648 GIUDICI

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Continua in Turchia la serie di epurazioni a seguito del fallito golpe del 15 luglio scorso: un ordine di arresto è stato emesso in queste ore dalla procura di Ankara nei confronti di 648 giudici, accusati di far parte della confraternita di Fetullah Gulen, magnate e ideologo islamico residente negli Stati Uniti e ritenuto la mente del tentato colpo di Stato.

I giudici sono stati tutti sospesi e e nelle prossime ore dovranno rispondere dinanzi al pubblico ministero delle pesanti accuse a loro carico: secondo il governo turco, essi farebbero parte dell’organizzazione che ha organizzato il colpo di stato. Ad oggi, il numero di giudici e pubblici ministeri sospesi dall’incarico o addirittura arrestati è salito a 3.489.

Le epurazioni non si limitano al mondo della magistratura: il presidente Erdogan ha infatti ordinato la revoca della licenza di insegnamento a 27.424 insegnanti del settore privato sospettati di legami con la rete di Gulen. Secondo quanto riportato dal quotidiano Hurriyet, il ministro dell’Educazione IsmetYilmaz ha dichiarato che che il governo chiuderà tutte le istituzioni educative vincolate alle “strutture dello Stato parallelo”.

Intanto, il consenso verso il presidente turco aumenta di giorno in giorno: secondo l’agenzia di ricerca Metropoll, dopo il tentato colpo di Stato piu’ del 60% dei turchi approva la maniera in cui il presidente sta gestendo il post golpe, rivelando una crescita del consenso rispetto al risicato 50% ottenuto appena due anni fa, una percentuale mai ottenuta nei 12 anni in cui ha rivestito la carica di primo ministro (2002-2014). Numeri impressionanti, che aprono nuovi scenari per il Paese, tenendo anche conto del piano del presidente di riformare la costituzione in senso presidenziale e aumentare in questo modo i propri poteri esecutivi.

Edith Driscoll: