Tensione alta in Turchia dove la campagna elettorale continua a spargere sangue. Proprio ieri nel pomeriggio un ufficio dell’Akp, il partito del presidente Erdogan, è stato attaccato a colpi di arma da fuoco a Batman, nell’Anatolia sud-orientale. Nell’attentato è stato ucciso un attivista, Abit Nasiroglu, figlio di un ex-deputato del partito al potere, Nezir Nasiroglu.
Si tratta del quarto assalto dall’inizio del mese che gli uffici dell’Akp subiscono. Fino ad oggi però non c’erano ancora state vittime. Intanto ad Ankara simili aggressioni sono avvenute contro le sedi dell’opposizione Hdp. Attualmente le forze dell’ordine non escludono alcuna pista per l’attentato avvenuto a Batman, anche se un dirigente locale del partito ha ipotizzato che possa essersi trattato di un regolamento di conti per questioni finanziarie.
L’atmosfera è pesantissima: il 15 aprile una kamikaze è stata uccisa mentre attaccava una caserma della polizia. Senza contare il sequestro, pochi giorni prima, del magistrato. Vicenda finita con l’uccisione dello stesso giudice. Le lezioni previste per il 7 giugno vedono l’attuale presidente scendere del 40% contro il 50% delle politiche del 2011 che gli avevano dato la maggioranza assoluta in parlamento. In crescita invece i consensi per il Partito Democratico dei Popoli(Hdp), il Partito del Movimento Nazionalista (Mhp) e il Partito popolare Repubblicano. L’opposizione teme una strategia della tensione da qui al voto, e brogli durante lo spoglio, come alle amministrative dell’anno scorso, quando la luce venne a mancare in diverse città proprio mentre si aprivano le urne.