La polizia turca ha arrestato il fratello di Fetullah Gulen, l’imam anti Erdogan in esilio volontario negli Stati Uniti. Kutbettin Gulen, è stato arrestato nel corso di un blitz a casa di alcuni parenti a Gaziemir, nella provincia di Smirne, (in turco Izmir) nella Turchia centro-occidentale. Lo ha riferito l’agenzia di stampa turca Anadolu.
Sempre secondo Anadolu, che non ha specificato dettagli, Kutbettin Gulen è accusato dal governo turco di “appartenenza a un gruppo terroristico armato” ed è sotto interrogatorio. Gulen, accusato dalle autorità turche di aver orchestrato il golpe fallito e per cui Ankara ha chiesto l’estradizione agli Stati Uniti, ha cinque fratelli: Seyfullah e Hasbi, che sono morti, Mesih, Salih e Kutbettin (quest’ultimo arrestato ieri) e due sorelle, Nurhayat e Fazilet. Di nessuno di essi, per motivi di sicurezza, se ne conosce il domicilio.
Ieri mattina il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – aprendo i lavori del parlamento turco – aveva sottolineato l’importanza della lotta al terrorismo “senza distinzione”, sia contro quello di matrice separatista (riferendosi ai curdi del Pkk), sia al terrorismo golpista, come appunto viene considerata in patria la rete di Gulen. All’ordine del giorno figurava – oltre alla riforma della costituzione – anche il rinnovo dei decreti che riguardano la chiusura di istituzioni, nonché ulteriori sospensioni e licenziamenti nel settore pubblico. Tutti disposti nell’ambito delle indagini post golpe, decretate con la procedura prevista dallo stato di emergenza.
Il golpe fu il fallito colpo di Stato messo in atto dalle forze armate turche il 15 luglio 2016 per rovesciare il presidente Erdogan e prendere il potere nel Paese. Secondo il presidente turco, l’organizzatore sarebbe stato il predicatore e politologo che, da parte sua, ha sempre respinto ogni addebito suggerendo l’ipotesi che l’ideatore possa essere stato lo stesso Erdogan per accumulare poteri grazie allo Stato di emergenza.