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Turchia: accuse di “gulenismo”, arrestato il fedelissimo del capo dell’opposizione

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Fatih Gursul, consigliere capo di Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito di opposizione, il socialdemocratico Chp è stato arrestato dalla polizia turca per sospetti legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Gursul, riferiscono media locali, è stato fermato con un blitz nella sua abitazione di Ankara su richiesta della procura di Istanbul, che lo accusa di aver utilizzato ByLock, una app di messaggistica per smartphone impiegata secondo gli investigatori dai golpisti per scambiarsi informazioni criptate. A settembre, Gursul era già stato licenziato dall’università di Istanbul con un decreto dello stato d’emergenza.

Intanto Amnesty International lancia l’allarme sulle operazioni militari anti Pkk condotte nel sudest del Paese che avrebbero provocato “centinaia di migliaia di sfollati”. L’ong ha pubblicato nuovo rapporto focalizzato sul distretto di Sur, centro storico della ‘capitale’ curda Diyarbakir, dove gli sfollati sono stimati in almeno 24 mila. “Il processo in corso nella regione nel suo complesso suggerisce un piano premeditato per allontanare i residenti, distruggere e ricostruire le aree per garantire la sicurezza attraverso modifiche nell’infrastruttura e trasferimenti di popolazione”, si legge nel rapporto. Le autorità di Ankara non hanno al momento risposto alle accuse dell’ong. Di sicuro dopo gli attentati terroristici del 2016 ad Ankara e Istanbul e il tentato golpe del 15 luglio il Paese sembra a un passo dalla svolta autoritaria.

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