La creazione di un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che potrà arrivare fino a 250 miliardi di lire turche (più o meno 70 miliardi di euro), sostegno alle esportazioni, incentivi per gli investimenti nel settore manifatturiero e vantaggi fiscali per l’ambito edile e l’occupazione di 600 mila nuovi lavoratori attraverso la formazione. Sono queste alcune delle misure che sono contenute all’interno del maxi-piano del governo turco, presentato oggi dal premier Binali Yildirim. La riforma prevede un massiccio piano di investimenti per l’anno 2017 che però, come ha annunciato il premier turco, dovrà essere anche un anno per la spending review: le spese “se non sono necessarie” dovranno essere tagliate.
Negli ultimi mesi, l’economia turca ha vissuto una frenata, anche a causa dell’instabilità politica legata al fallito golpe dello scorso 15 luglio. Il tentato colpo di stato ha fatto piombare per mesi la Turchia in una sorta di limbo: molte persone – dai giudici agli insegnati, fino a esponenti delle forze dell’ordine – sono stati arrestati perché accusati di avere legami con Gulen, l’imam in esilio negli Stati Uniti, identificato dal governo di Ankara come il promotore del golpe.
Un pesante calo ha riguardato inoltre la valuta locale. Per sostenerla, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha invitato i cittadini a “cambiare le valute straniere sotto i materassi in lire o in oro”, annunciando attraverso il suo portavoce di averlo già fatto lui stesso. Dopo l’appello, secondo Yildirim, sono stati convertiti asset per circa 10 miliardi di dollari.