Nella Tunisia colpita da due attentati nell’arco di tre mesi prosegue l’operazione antiterrorismo. Le unità della Guardia nazionale di Mahdia hanno proceduto con l’arresto di 12 presunti jihadisti, accusati di far parte di un organizzazione specializzata nell’invio di giovani nelle zone di conflitto di Siria e Libia.
Secondo quanto riferito dalle agenzie locali, alcuni elementi del gruppo in questione sarebbero già stati fermati in passato e successivamente rilasciati dalle autorità. Lo ha reso noto il ministero dell’interno tunisino in un comunicato aggiungendo che nel blitz delle forze dell’ordine sono stati sequestrati documenti comprovanti l’attività terroristica e le note bandiere nere dell’Isis.
Proprio pochi giorni fa il governo tunisino ha approvato una nuova legge anti-terrorismo per rafforzare con maggior efficacia la minaccia jihadista dello Stato Islamico concretizzatasi negli attentati del 26 giugno a Sousse, con 28 morti, e prima ancora con l’attacco al Museo Nazionale del Bardo con 24 vittime. La nuova legge sostituirebbe in parte quella adottata nel 2003 sotto il regime di Ben Ali, ma la novità maggiore è che dopo 25 anni di moratoria torna la pena di morte, in questo caso ai condannati per terrorismo.