Per la Tunisia il 2015 sarà ricordato come un anno nero per il turismo. Stando ai dati forniti dal governo, aggiornati alla fine di agosto, manca all’appello almeno un milione di visitatori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e le prospettive per i prossimi mesi non sono di certo rosee.
Un crollo radicale sul quale pesano gli attentati terroristici al Museo del Bardo e sulla spiaggia di Sousse e il cui obiettivo principale era proprio quello di colpire i visitatori per destabilizzare l’economia del Paese. In un’intervista a Radio Mosaique, il ministro tunisino del Turismo, Salma Lummi, ha spiegato che il settore è in difficoltà dal 2010 e i problemi si sono acuiti con la rivoluzione del 2011 che ha provocato un crollo delle presenze del 50%.
“La serie di attacchi terroristici ha portato la situazione a un punto di crisi”, ha detto Lummi, sottolineando che “la Tunisia dipende principalmente dal turismo e dopo gli attacchi terroristici abbiamo cercato di migliorare l’immagine del paese e di aprirci a nuovi mercati oltre a quello europeo, come quelli cinese e indiano”.
Sono stati circa tre milioni i turisti che finora hanno scelto il paese nordafricano. Il ministro ha infine evidenziato l'”accordo storico” siglato con l’Algeria, precisando che si è trattato di un tentativo per salvare la stagione turistica. A luglio i due paesi hanno siglato un’intesa per triplicare i collegamenti aerei, raggiungendo 42 voli settimanali