Abbiamo sconfitto l'Isis in Siria. E questa era l'unica ragione della nostra permanenza lì durante la mia presidenza”. Con tweet Donald Trump torna a bomba sul tema del ritiro dei 2mila soldati che da quattro anni portano avanti la lotta contro il sedicente Stato Islamico nel nord-est del Paese arabo. Una mossa che, se confermata, rischia di stravolgere gli equilibri nell'area, lasciando, di fatto, le milizie curde – addestrate proprio dagli americani per combattere i jihadisti – alla mercé delle truppe turche.
Il nodo curdo
Un annuncio ufficiale in tal senso potrebbe arrivare già nelle prossime ore, nonostante il pressing del Pentagono che sta cercando di far ragionare il “comandante in capo“, invitandolo a non tradire l'alleato curdo. “In questo momento stiamo continuando a collaborare con i nostri partner nella regione” ha tagliato corto il colonnello Rob Manning, portavoce del dipartimento della Difesa. In una serie di incontri il segretario Jim Mattis, secondo quanto riporta il New York Times, ha provato a spiegare a Trump che il ritiro, di fatto, accrescerebbe l'influenza in Siria di due potenze rivali: Russia e Iran. Paesi che, secondo Mattis, gli Stati Uniti hanno il dovere di sfidare. Non solo: abbandonare i curdi al loro destino significa minare la fiducia delle milizie locali alleate che combattono in diversi teatri di guerra: dall'Afghanistan allo Yemen, passando per la Somalia.
Impaziente
Trump, tuttavia, è impaziente. Durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016 ha promesso di ritirare le truppe schierate in Siria. Ciononostante lo scorso aprile è dovuto ob torto collo andare incontro alle esigenze della Difesa, che gli chiedeva più tempo per completare la missione. A complicare ulteriormente il quadro le parole di Erdogan, che ha annunciato una nuova offensiva contro le milizie curde. Ai suoi collaboratori Trump ha spiegato che le incursioni turche rappresentano una minaccia per i soldati americani e minacciato rappresaglie contro Ankara laddove i suoi militari dovessero rimanere uccisi o venire feriti. La soluzione paventata dai funzionari del Pentagono è quella di un ritiro graduale. Proposta che, però, non convince Trump, per il quale l'unica strada accettabile continua a essere quella di un “rompete le righe” totale e immediato.