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Truppe turche a pochi chilometri da Afrin

Le truppe di Ankara sono sempre più vicine ad Afrin, il centro dell'enclave curda in territorio siriano, dove è in corso l'operazione “Ramoscello d'ulivo“, voluta da Recep Tayyip Erdogan per fare “piazza pulita” dei miliziani del Pyd-Ypg.

Offensiva

Secondo quanto viene riferito dalle principali emittenti turche i militari sarebbero ad appena un chilometro e mezzo dalla città, da dove giungono immagini di civili in fuga prima dell'inizio di quello che si annuncia come un vero e proprio assedio. Distrutte le linee telefoniche e bloccate le principali vie d'accesso al centro abitato il rischio è infatti che l'offensiva sulla città coincida con l'inizio di una crisi umanitaria vera e propria. Dopo i 18 villaggi conquistati negli scorsi due giorni altri 4 piccoli centri sono passati sotto il controllo delle truppe di Ankara quest'oggi. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva già annunciato che campi profughi pronti ad accogliere 170 mila persone sono stati preparati dalla Mezzaluna turca (Croce rossa turca ndr) nelle province ad est e ovest di Afrin. Secondo quanto dichiarato dal comando generale dell'esercito turco questa mattina il bilancio dei miliziani curdi morti è di 3.347, mentre sono 41 i soldati di Ankara caduti sotto i colpi della resistenza curda. 

Bambini a rischio

Dall'Unicef arriva, intanto, un nuovo rapporto sui minori coinvolti nel conflitto siriano. “Nel 2017, la violenza estrema e indiscriminata ha ucciso il più alto numero di bambini – ha spiegato l'agenzia Onu – il 50% in più rispetto al 2016″. Più di 200 bambini sono stati uccisi nel bombardamento dell'enclave dei ribelli della Ghouta orientale dal regime siriano e dalle forze alleate da febbraio, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Il gruppo di monitoraggio afferma che i minori rappresentano circa un quinto di tutte le vittime civili dell'assalto. L'Unicef ha citato un bambino del sud della Siria di nome Sami, che ora è un rifugiato in Giordania. “Sono andato fuori a giocare sulla neve con i miei cugini, ho colpito una bomba, ho visto le mani di mio cugino volare davanti a me, ho perso entrambe le gambe”, ha detto. I bambini disabili “corrono il rischio reale di essere trascurati e stigmatizzati mentre continua il conflitto inesorabile”, ha dichiarato il direttore regionale dell'Unicef Geert Cappelaere. 

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