Il muro si farà, shutdown o meno. E' stato nuovamente chiaro il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che parlando ai giornalisti in uscita dalla Casa Bianca, ha paventato la possibilità di dichiarare un'emergenza nazionale pur di realizzare la barriera al confine con il Messico. Il Tycoon ha spiegato che la sua decisione “dipenderà da quello che succederà nei prossimi giorni” mentre lui partirà alla volta di Camp David. Di mattoni o no, Trump vuole il muro e, non da ora, ha chiesto al Congresso fondi adeguati per la sua costruzione: ed è proprio attorno a questa situazione di stallo (il governo non ne è tuttora convinto) che si è creato lo shutdown, con il governo a braccia conserte in un momento estremamente delicato.
Un nuovo muro
Ora, in attesa di convincere il Congresso (impresa ancora più difficile vista l'agguerrita linea dei Democratici, specie alla Camera, Trump avrebbe dovuto incontrare il personale dirigenziale del Congresso nelle ore scorse, in un vertice nel quale avrebbe tentato di convincere il Congresso sulla somma di 5,7 miliardi di dollari, ritenuta congrua per adempiere alla costruzione del muro, uno dei maggiori mantra elettorali dell'attuale presidente. E, quasi a confermare di non volersi fermare per alcun motivo, il presidente ha fatto sapere di avere in programma una telefonata con l'US Steel e altri produttori, allo scopo di avere informazioni circa la possibilità di realizzare un ponte in acciaio anziché in cemento. Idea particolare ma che dimostra come le intenzioni del Tycoon siano momentaneamente incentrate sulla barriera protettiva contro i flussi imigratori nel Paese.
“Prima le carte in regola, poi il avoro coi dem”
A ogni modo, arrivare addirittura a invocare lo stato d'emergenza potrebbe essere una mossa azzardata che, in caso, potrebbe richiedere di affrontare un'azione legale. Trump, da parte sua, ha detto ai giornalisti che avrebbe dato abbastanza presto nuovi dettagli sulla trattativa coi democratici, specificando la sua decisione è tuttora in divenire: “Vi faremo sapere abbastanza presto”, ha detto ai giornalisti. Per quanto rigurada il Daca, Trump ha dichiarato che avrebbe preso in considerazione un accordo che prevedeva protezioni per i destinatari del programma, arrivi differiti per l'infanzia, ma ha indicato che preferiva aspettare fino a quando la Corte Suprema non avrà emesso la sentenza. “Preferirei avere la regola della Corte Suprema e poi lavorare con i democratici sul Daca”, ha detto Trump.