Se ci sarà o meno Giuseppe Conte come uomo di punta dell'intesa Pd-M5s ancora non è chiaro. Di sicuro, nella sacca delle soddisfazioni personali, il premier dimissionario potrà aggiungere anche l'endorsement a suo favore nientemeno che di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d'America e prodigo di elogi nei suoi confronti: “Ha rappresentato l'Italia in modo energico al G7. Ama il suo Paese grandemente e lavora bene con gli Usa. Un uomo molto talentuoso che spero resti primo ministro”. Uno schieramento che, ai fini politici interni, è più una nota di colore. Discorso diverso se la questione viene traslata sul piano internazionale, che vede Giuseppe Conte come uomo gradito ai leader mondiali, europei ma, a quanto pare, anche extraeuropei. E poco importa se nel suo tweet di encomio Trump abbia sbagliato il nome (Giuseppi, poi corretto): il sostegno del leader americano arriva a rafforzare le fila di chi, fin dall'inizio delle trattative aperte dopo la crisi, ha sostenuto il professore come figura imprescindibile per la guida dell'esecutivo.
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Questione di feeling
Una riprova, nondimeno, di quanto l'intesa fra Conte e Trump sia ben radicata. In tempi non sospetti, il presidente americano aveva già mostrato apprezzamento nei confronti del premier italiano con il quale, a detta sua, condivideva l'impronta di “outsider della politica”. Ora, con l'endorsement a suo favore, Trump certifica il gradimento nei confronti di Conte a livello internazionale, fornendo una bella spinta all'ipotesi di una sua conferma a Palazzo Chigi, peraltro con le trattative fra Pd e Movimento 5 stelle che sembrano aver superato lo scoglio della discontinuità che, per il lato dem, faceva rima col suo nome. E dalla presidenza del Consiglio, il messaggio è stato accolto con soddisfazione e gratitudine, con particolare apprezzamento per “il riconoscimento di agire sempre con la massima determinazione nel difendere l’interesse nazionale, pur essendo leale nei confronti di tutti i partner. Riconoscimento ribadito solo qualche giorno fa anche dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk”.