Ai “pace“, al momento, non se ne vede. Al contrario il 70esimo anniversario della fondazione dello Stato di Israele, data scelta da Donald Trump per spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme, si sta trasformando nell'ennesimo bagno di sangue, specie nella Striscia di Gaza.
Speranza
“La nostra più grande speranza è la pace” ha detto il presidente Usa in un messaggio preregistrato. “Gli Stati Uniti – ha aggiunto – rimangono pienamente impegnati a facilitare un accordo di pace duraturo“. Ciò non toglie che “Gerusalemme è la capitale di Israele. Israele, come ogni Stato sovrano, ha diritto a scegliere la sua capitale”.
Bilancio
Il tutto avviene mentre al confine fra lo Stato ebraico e la Striscia di Gaza infuria la protesta dei palestinesi. Almeno 41 manifestanti sono rimasti uccisi negli scontri con l'esercito israeliano. Il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che 1900 palestinesi sono rimasti feriti mentre gruppetti si sono avvicinati alla barriera per lanciare pietre, fronteggiati dai cecchini israeliani dall'altra parte. Secondo alcuni media locali, gli scontri sono in corso nell'est dell'enclave, intorno al campo profughi di al-Bureiji, e nel nord, vicino a Jabaliya.
Proteste
Gaza vive una giornata di proteste e di sciopero generale dalla massiccia adesione. Scuole, università, banche, negozie e istituzioni pubbliche hanno chiuso le porte alle prime ore del mattino e manifestanti hanno bruciato penumatici ai principali incroci della capitale della Striscia. Camion e autobus sono stati inviati in vari punti della città per trasportare i manifestanti al confine con Israele dove sono state organizzate le proteste denominate “Giorno dell'Ira“. Dagli altoparlanti delle mocheee i muuezzin esortano la popolazione a unirsi in massa alle manifestazioni per raggiungere la cifra di un milione di partecipanti.
Appelli
Per cercare di scoraggiare la protesta di piazza dai jet israeliani sono stati lanciati centinaia di volantini sui quali si legge: “Non lasciate che Hamas vi usi cinicamente come suoi fantocci. State prendendo parte a scontri violenti che mettono a rischio la vostra vita. Hamas si sta approfittando di voi per nascondere i suoi fallimenti e minaccia il benessere vostro e delle vostre famiglie. L'esercito israeliano è pronto ad affrontare qualsiasi scenario e agirà contro goni tentativo di danneggiare la barriera di sicurezza o colpire militari o civili israeliani”. Avvertimenti simili ma di segno opposto sono stati lanciati da Hamas nei giorni scorsi: in un video in ebraico il movimento islamico si è appellato agli abitanti delle comunità israeliane vicino al confine con Gaza, esortandoli ad andarsene. “Non rimanete, i palestinesi stanno sciamando senza freni, vi consigliamo di andarvene senza esitazione. Gli aquiloni sono la punta dell'iceberg, quelli che resteranno sopporteranno tutte le conseguenze. Siete stati avvisati, attraverseremo il confine e raggiungeremo tutte le vostre comunità. Non moriremo da soli“.
Minacce
Intanto, contro lo spostamento dell'ambasciata, si muove anche Al Qaeda. Ayman al-Zawahiri, capo dell'organizzazione terroristica fondata da Osama bin Laden, in un video ha lanciato un appello alla jihad contro l'America. “Anche Tel Aviv è terra dei musulmani” ha detto Zawahiri, che ha poi attaccato l'Anp, accusandola di aver “venduto la Palestina”. Il presidente americano, Donald Trump, ha aggiunto, “è stato chiaro ed esplicito, e ha rivelato la vera faccia della Crociata moderna, l'essere accomodante non funziona con loro, ma solo la resistenza attraverso la jihad”.