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Trump sfida lo ius soli americano

Militari al confine con il Messico e revisione dello “ius soli” americano: questa la stretta pensata da Donald Trump per arginare l'immigrazione negli Stati Uniti, a cominciare dalla “x” rossa sul diritto di cittadinanza concesso dalla nascita negli Stati Uniti d'America, norma risalente al 14° emendamento e definita “ridicola” dal presidente americano, il quale ha annunciato che il provvedimento, risalente a 150 anni fa (“Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla giurisdizione degli stessi, sono cittadini degli Stati Uniti”), non averbbe più motivo di essere, vista la poca distribuzione dello ius soli al di fuori dei confini del continente americano. Stando alle sue parole, pronunciate durante un'intervista ad Axios, gli Stati Uniti sono “l’unico Paese al mondo in cui una persona entra e, quando ha un bambino, il bambino diventa cittadino statunitense con tutti i benefici che questo comporta”. Da qui, l'idea di porre fine alla pratica emendata alla Costituzione degli Stati Uniti anche se, a detta di molti, una tale decisione potrebbe essere applicata solo in caso di un nuovo emendamento costituzionale.

Il dossier immigrazione

Sembra tutt'altro che facile, dunque, il giro di vite promesso da Trump che, a giorni, affronterà il primo vero esame politico dalle presidenziali di due anni fa. L'orizzonte delle elezioni di medio termine rappresenta un importante giro di boa al quale il presidente americano arriva con in tasca qualche successo da mettere in bacheca (il caso Kavanaugh il più recente) ma anche con qualche sondaggio che parla di un Partito democratico in ascesa nel gradimento popolare, con lo stesso Trump impegnato in un tour de force elettorale per risollevare le sorti del Gop in vista del voto. Anche per questo il Tycoon potrebbe aver riaperto il dossier immigrazione, punto forte della sua campagna elettorale prima e della sua amministrazione poi, con lo spiegamento di 5.200 soldati sulla frontiera del Rio Grande (per proteggere i confini dalla “carovana di migranti”) come prima e, probabilmente, più semplice mossa rispetto al complicato stop allo ius soli.

Procedimento difficile

Porre fine al diritto di cittadinanza acquisito per i figli degli immigrati non autorizzati arrivati sul suolo americano (il quale, di fatto, ha concesso tale diritto, nell'ultimo secolo, a una parte sostanziale degli attuali cittadini americani) incontrerebbe infatti una serie di ostacoli politici, in primis quello costituzionale e della Corte suprema. La proposta di Trump, alla quale non hanno comunque finora fatto seguito mosse concrete, è stata accolta con scetticismo e, in alcuni casi, bollata addirittura come “incostituzionale”. L'impressione è che, come accaduto nel caso dello stop annunciato agli ingressi negli Usa da alcuni Paesi a maggioranza musulmana risalente a un anno fa, il tutto debba passare per i raggi x della legislazione americana. A discapito delle intenzioni di Trump, vanno anche le politiche di cittadinanza per diritto di nascita di alcuni Paesi vicini come il Canada anche se – questo sì – quasi tutti al di qua dell'Atlantico.

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