Il governo di Cuba non si congratula con Donald Trump per la sua vittoria ma, quasi simultaneamente all’annuncio del risultato del voto, ha comunicato l’avvio di esercitazioni militari – della durata di cinque giorni – in tutto il Paese. Lo scopo è quello di preparare l’esercito ad affrontare quelle che vengono definite “una serie di azioni nemiche“.
Le esercitazioni – non esplicitamente collegate alla vittoria del magnate newyorkese dal governo dell’Avana – sono state ribattezzate “Bastion” e includeranno “movimenti di truppe e di materiale bellico, voli dell’aviazione e, se necessario, esplosioni”, riporta il giornale ufficiale “Granma”. La prima esercitazione “Bastion” risale al 1980, dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali del repubblicano Ronald Reagan.
Per tutta la durata della campagna elettorale negli Stati Uniti, le autorità di Cuba hanno cercato di mantenere una posizione neutrale, evitando di manifestare preferenze per un candidato o per l’altro. Però, l’inaspettata vittoria di Trump fa nascere degli interrogativi sul fatto che l’isola caraibica manterrà la politica di apertura, avviata durante l’amministrazione Obama, che ha significato il ripristino delle relazioni diplomatiche e commerciali dopo oltre 50 anni di embargo.
Carlos Alzugaray, analista politico e ex diplomatico cubano, come riferito dall’Adnkronos, si è detto convinto invece che la vittoria di Trump “potrebbe accontentare alcuni sostenitori della linea dura nella leadership cubana, preoccupati che Cuba si stesse avvicinando troppo, e troppo in fretta, agli Stati Uniti”