P”Il linguaggio che ho usato durante l'incontro sull'accordo Daca (sui dreamer ndr) è stato duro ma non ho usato quel linguaggio”. Così Donald Trump replica a chi gli ha attribuito la domanda choc “perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi?“. “Quello che è stato davvero duro – ha aggiunto nella precisazione – è stato ricevere una proposta così stravagante”.
Spiazzati
Secondo le indiscrezioni riportate da alcuni media Trump, durante il meeting, si sarebbe spinto anche oltre: gli Stati Uniti dovrebbero attirare più immigrati da Paesi come la Norvegia. I presenti all'incontro – secondo indiscrezioni riportate dai media americani – sarebbero rimasti spiazzati dalla risposta presidente. Il senatore repubblicano Lindsay Graham e quello democratico Richard Durbin sono rimasti gelati: solo pochi minuti prima, avevano proposto di tagliare del 50% la lotteria per i visti di ingresso negli Usa continuando a tutelare gli immigrati già residenti nel Paese con lo status di protezione. Status accordatogli in quanto costretti a lasciare i loro Paesi di origine per sfuggire alle conseguenze di catastrofi come i devastanti terremoti che negli anni passati hanno colpito El Salvador o Haiti.
America First
La Casa Bianca in prima battuta non aveva non smentitale ricostruzioni, limitandosi a dire: “Alcuni politici a Washington scelgono di combattere per Paesi stranieri, ma il presidente combatterà sempre per gli americani“. “Come altri Paesi che hanno un sistema dell'immigrazione basato sul merito – aveva proseguito il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah– il presidente si batte per una soluzione permanente che rafforzi il paese dando il benvenuto a coloro che possono contribuire alla nostra società e far crescere la nostra economia”.
Il nodo Dreamer
Le parole pronunciate da Trump incontrando alcuni membri del Congresso nell'ambito delle trattative per sciogliere il nodo dei Dreamer fanno eco a quelle che il presidente avrebbe pronunciato nei mesi scorsi. Lo scorso giugno avrebbe infatti detto che i 15.000 haitiani arrivati negli Stati Uniti nel 2017 “hanno tutti l'Aids“. Non se la sono cavata meglio i 40.000 nigeriani giunti negli Usa lo scorso anno: “Non torneranno più nelle loro capanne“.