Il regime iraniano haĀ violato l'accordo sul nucleare”. Lo ha detto Donald Trump durante l'intervento allaĀ Casa BiancaĀ in cui ha formalizzato la non certificazione, da parte Usa, dell'intesa raggiunta nel 2015. “TeheranĀ – ha aggiunto – ĆØ sotto il controllo di una dittatura fanatica, la cui aggressione continua ancora oggi”.
Minaccia nucleare
Come presidente degli Stati Uniti “il mio maggiore obbligo ĆØ quello di garantire laĀ sicurezza dei cittadini americani”. E questoĀ puĆ² essere fatto, secondo Trump, assicurandosi che l'Iran non possa mai avereĀ armi nucleari. Per impedirlo gli Usa “prenderanno le misure” necessarie. La Repubblica islamica viene ancora una volta definita “il piĆ¹ grande sponsor del terrorismo“. Pertanto gli Stati Uniti lavoreranno insieme ai loro alleati per contrastarne le “azioni destabilizzanti” ed “emettere nuove sanzioni“. Dure misure, ha proseguito, saranno in particolare adottate contro i “Guardiani della rivoluzione“. Concludendo Trump ha spiegato che l'accordo sul nucleare – una delle “peggiori e piĆ¹ sbilanciate transizioni mai intraprese dagli Stati Uniti –Ā “ĆØ stato un'ancora di salvezzaĀ politica ed economica per la dittatura”. Alla luce di tutto questo “non possiamo effettuare questa certificazioneĀ e non lo faremo. DarĆ² indicazioni alla mia amministrazioneĀ a lavorare col Congresso e con gli alleati, affinchĆ© il regime iraniano non minacci il mondo con armi nucleari”.
Decisione nell'aria
La decisione di Trump era stata anticipata dal segretario di Stato,Ā Rex Tillerson,Ā nel corso diĀ in un briefing al quale ha partecipato anche il consigliere per la sicurezza nazionaleĀ H. R. McMaster. Il presidente “ha concluso che la rimozione delle sanzioni all'IranĀ non ĆØ proporzionataĀ ai benefici che gli Usa vedono nell'accordo nucleare“.
Prossimi passi
Dopo la de-certificazione dell'accordo sul nucleare iraniano ilĀ CongressoĀ ha tre possibilitĆ . La prima, ha spiegato il segretario di stato UsaĀ Rex Tillerson,Ā ĆØ non fare nulla, la secondaĀ reintrodurre le sanzioniĀ (che Trump non chiederĆ ), la terza, quella caldeggiata dalĀ tycoon,Ā ĆØ emendare la legge Usa sulla certificazione eliminando la scadenza periodica dei 90 giorni per il presidente ed inserire dei “trigger point”, una sorta di linee rosse oltre le quali le sanzioni scattano in modo automatico.
Tra iĀ limiti da non superare, Tillerson ha evocato la prosecuzione delĀ programma missilisticoĀ balistico e il rifiuto di estendere la durata dei vincoli sulla produzione diĀ combustibile nucleare. Secondo ilĀ New York Times, le sanzioni potrebbero scattare automaticamente anche con la conclusione dell'intelligenceĀ Usa cheĀ TeheranĀ potrebbe produrre armi nucleari in meno di un anno. “E' un'opportunitĆ per il Congresso di esprimersi”, ha aggiunto. L'ex tycoon, poi, firmerĆ un ordine esecutivo contro leĀ Guardie rivoluzionarie iraniane, sollecitando sanzioni.
Possibili trattative
Il segretario di Stato ha, poi, reso noto di aver discusso con il suo collega iranianoĀ Mohammad Javad ZarifĀ la possibilitĆ di una nuovaĀ intesa, accanto a quella sul nucleare, che affronti il programma balistico e la cosiddetta “sunset clause“,Ā la clausola sulla scadenza dei vincoli per Teheran legati al programma nucleare.