L’isolamento del Qatar “rappresenta l’inizio della fine del terrorismo”. Parola di Donald Trump che su Twitter elogia le misure restrittive adottate da Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi e Bahrein. “Così blocchiamo i finanziamenti per l’ideologia radicale” spiega il presidente Usa, aggiungendo che la decisione è stata presa in Arabia Saudita quando ha incontrato i leader dei principali Paesi arabi. “E’ bello – scrive Trump sul social – vedere che la visita in Arabia Saudita e l’incontro con i 50 Stati sta pagando. Hanno detto che avrebbero assunto la linea dura sui finanziamenti al terrorismo, puntando al Qatar. Forse questo sarà l’inizio della fine dell’orrore del terrorismo”.
Il Qatar – dove c’è la più grande base americana dell’area con oltre 11mila militari, ma il Pentagono sostiene che non cambierà nulla – si è ritrovato completamente isolato. L’Arabia Saudita – il “colosso” con il quale la piccola penisola ricca di energia confina – e i suoi alleati dopo aver accusato l’emirato di finanziare il terrorismo in Siria, Libia, Yemen ed Egitto, hanno interrotto qualsiasi relazione diplomatica con Doha. E hanno chiuso spazio aereo, porti ed aeroporti agli aerei e alle navi qatariote. Il Qatar è considerato troppo vicino all’Iran, accusato – da Riad, con l’appoggio della nuova amministrazione Usa – di voler destabilizzare tutta l’area.
Trump, che ha appena venduto armi all’Arabia Saudita per un totale di 110 miliardi di dollari, è da sempre contrario all’accordo sul nucleare promosso dal suo predecessore Barack Obama, e vuole rivedere le relazioni con Teheran. Le critiche dei suoi vicini nella penisola arabica sono particolarmente pesanti: Doha, che ha contatti con tutte le realtà arabe, viene accusata di sostenere fazioni sciite (anche in Arabia Saudita) e di finanziare direttamente gruppi terroristici. E’ vero che Doha ha relazioni con realtà estremiste ed è vero che appoggia i Fratelli musulmani, ma nulla dimostra l’esistenza di finanziamenti diretti ai qaedisti o ai siriani di al-Nusra.
In realtà il Qatar sembra dare molto fastidio ai Paesi confinanti. Doha rifiutò, già nel lontano 1971, di unirsi agli altri emirati, come Abu Dhabi, alla fine della dominazione britannica. E dopo la scoperta di ingenti riserve di idrocarburi, l’emirato è diventato ricchissimo, investendo in sport e cultura, fino a conquistare i mondiali di calcio nel 2022. Il suo panislamismo, inoltre, viene considerato sempre più pericoloso dai suoi vicini, che temono un rafforzamento dei movimenti sciiti. Doha nega recisamente le accuse. “Stiamo combattendo il finanziamento di qualsiasi gruppo terroristico”, afferma il ministro degli Esteri Mohammed Al Thani. Il Kuwait, che mantiene una certa neutralità, è pronto a negoziare tra Qatar e Arabia Saudita, e lo stesso si è detto pronto a fare il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Ma le posizioni rimangono al momento molto lontane.