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Trump aspetta Kim: “Colloqui a giugno se tutto va bene”

Agiugno o poco prima: quel che sembra certo è che lo storico incontro fra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, si farà e nemmeno troppo in là coi tempi. Il Tycoon ne ha parlato di nuovo, auspicando che il vertice fra i due avverrà “probabilmente all'inizio di giugno o poco prima, ammesso che le cose vadano bene”. Il che suona, ovviamente, come un riferimento nemmeno troppo velato ai prossimi colloqui fra le due Coree, previsti per il 27 aprile e, questa volta, partecipati da entrambi i leader delle due parti della penisola: a Panmunjom, nello stesso punto del confine demilitarizzato dove si erano svolti i dialoghi preolimpici, si incontreranno lo stesso Kim e il presidente sudcoreano, Moon Jae-in. Un incontro dal quale potrà emergere molto sui futuri rapporti dei due Paesi e che, in buona parte, potrebbe determinare lo svolgimento del faccia a faccia del maresciallo con Donald Trump.

Incontro fra Coree

Escludendo i colloqui svolti fra le delegazioni di entrambi i Paesi per discutere della partecipazione della Corea del Nord alle Olimpiadi invernali di PyeongChang, quello fra Moon e Kim sarà il primo incontro ufficiale da oltre 10 anni fra i leader delle due Coree. Mai, da quando è al potere, il dittatore nordcoreano ha partecipato a un evento simile e, ora, nell'arco di nemmeno due mesi potrebbe prendere parte addirittura a due di portata storica. Il fulcro della discussione sarà ovviamente incentrato sul programma nucleare di Pyongyang che Washington e Seul hanno più volte invitato ad accantonare, così da instaurare prospettive di dialogo. Ma, se il presidente statunitense ha finora adottato la strategia del confronto a distanza, Moo ha lavorato sotto traccia, basando la sua azione politica sul piano diplomatico. Le iniziative atomiche e missilistiche della Nord Corea si erano tradotte in pesanti sanzioni delle Nazioni Unite nei confronti del Paese, pur restando ambivalente il ruolo della Cina, unico vero e potente alleato di Pyongyang, dove Kim si è peraltro recato non più tardi di un mese fa. Una visita che, in buona parte, è servita per riallacciare i rapporti con Xi Jinping, inevitabilmente intaccati dai test nucleari e balistici svolti nei mesi precedenti ma, probabilmente, utile anche a far arrivare Kim ai colloqui con Trump forte di una posizione più equilibrata e di un alleato di grosso peso.

Prospettive di dialogo

In attesa di conoscere gli esiti del confronto a Panmunjom, dagli Usa hanno iniziato a sondare possibili terreni d'incontro, nel senso fisico del termine. Trump ha parlato di 5 luoghi possibili anche se, almeno per il momento, non è ancora stata data un'indicazioni su quali possano essere. Più concreto il fatto che il presidente, che oggi ha incontrato il premier giapponese Shinzo Abe in Florida, abbia spiegato di aver avviato con Kim dei colloqui “a livelli molto alti”, lasciando intendere che il terreno (stavolta in senso figurato) per il confronto “schietto” invocato dal leader nordcoreano sia già in fase di preparazione. Spettatore interessato, naturalmente, anche il Giappone, Paese più coinvolto dai test missilistici svolti nel 2017 da Pyongyang: “Il Giappone e noi siamo insieme e molto uniti sul tema della Corea del Nord – ha fatto sapere Trump dalla sua residenza di Mar-a-Lago, dove ha accolto Abe -. Avremo colloqui con Kim Jong Un molto presto. E' possibile che le cose non vadano bene e non ci sarà l'incontro ma noi continueremo sulla strada che abbiamo intrapreso”. Come a dire che molto, anzi, quasi tutto dipenderà da Kim e da quanto verrà fuori da Panmunjom.

L'incontro con Pompeo

Nelle ultime ore, però, il 'Washington Post' lancia una rivelazione tanto inaspettata quanto rilevante: il leader nordcoreano si sarebbe visto con il capo della Cia e quasi segretario di Stato, Mike Pompeo. E chissà che “gli alti livelli” citati dal presidente non si riferissero a questo: il quotidiano della capitale ha riferito che Kim e uno degli uomini più fidati del Tycoon si sono incontrati a Pyongyang, nel weekend pasquale, nonostante Pompeo non sia ancora stato confermato nel suo nuovo, strategico ruolo. Il colloquio si sarebbe articolato sul programma nucleare di Kim, tema affrontato secondo le nuove linee previste dagli Usa: distensione e dialogo.

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