Quella che i miliziani dell’autoproclamato Califfato stanno compiendo sulle tribù sunnite di autodifesa è una vera e propria strage. Dalla Siria all’Iraq, ogni giorno vengono mietute centinaia di vittime. E proprio due giorni fa, nei pressi della città irachena di Anbar, erano stati rapiti due sceicchi della tribù sunnita Albu Nimr per aver chiesto indietro i corpi dei propri figli, giustiziati dagli jihadisti, per poterli seppellire. Insieme alla notizia del rapimento dei due capitribù, girava anche quella secondo cui circa centocinquanta appartenenti ad Albu Nimr fossero stati giustiziati, e questa mattina, a Ramadi, sono stati trovati i loro cadaveri.
Più tardi, poi, sono stati scovati altri 70 corpi dello stesso clan nei pressi di Hit, nel cuore della provincia sunnita di Anbar. I jihadisti sunniti dello Stato Islamico li hanno giustiziati mercoledì notte in quanto appartenevano all’organizzazione Sahva (risveglio), che consiste in un gruppo di differenti tribù di autodifesa sponsorizzate a partire dal 2005 dal governo statunitense e poi in parte smantellate dopo il ritiro degli americani.
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