Tripoli rivede lo spettro di un conflitto armato dopo che alcune milizie fuorilegge hanno aperto il fuoco nel sud della città, arrivando a occupare diversi quartieri.
Scontri
“Ho dato ordine ai comandanti della regione di Tripoli di affrontare queste milizie” ha affermato il capo del Consiglio presidenziale libico, Fayez al Sarraj, in un comunicato ufficiale. “Non c'è più spazio per il caos”, ha ammonito il premier, sottolineando che “chiunque sia coinvolto in questo infido attacco nella capitale sarà considerato fuorilegge e punito sulla base delle norme internazionali”.
Rischio escalation
In precedenza autorità del distretto militare di Tripoli avevano denunciato il “tentativo di alcuni gruppi armati di schierarsi nei sobborghi della Grande Tripoli e di minacciare di usare la forza” contro i propri militari. Secondo un comunicato pubblicato dalle autorità libiche e citato dal quotidiano Libya Observer, questi tentativo potrebbero “far precipitare la regione in un altro conflitto armato“. Le autorità militari della capitale hanno sottolineato la propria intenzione di fermare “tutti coloro che tentano di destabilizzare la capitale o terrorizzare la popolazione pacifica e trascinare la città in una guerra che non può avere vincitori e né vinti”. Il quotidiano libico riporta che la settima brigata e le forze di sicurezza centrale, entrambe provenienti dalla città di Tarhouna, sono attualmente di stanza nel distretto di Qaser Bin Ghashir, nella Grande Tripoli, e stanno cercando di avanzare ulteriormente in altri distretti della capitale.
Fuorilegge
La scorsa settimana, la missione dell'Onu in Libia ha invitato il governo di accordo nazionale libico a perseguire i gruppi armati che stanno impedendo il buon funzionamento delle istituzioni statali del paese nordafricano, accusando “i membri delle brigate che agiscono nominalmente sotto l'egida del ministero degli Interni del governo di accordo nazionale stanno attaccando le istituzioni sovrane e impediscono loro di operare in modo efficace“.