Alcune fonti libiche riferiscono che a Tripoli si è verificata l’esplosione di un’autobomba in prossimità degli edifici che ospitano la compagnia Eni. “Non ci sono stati né feriti né danni rilevanti agli uffici”, ha riferito portavoce di Eni a seguito dell’esplosione. Ieri la compagnia ha annunciato il ritrovamento di un grosso giacimento di gas in Egitto.
Intanto a distanza di poche ore dalla deflagrazione, il Califfato ne ha rivendicato la responsabilità: “I soldati dello Stato islamico sono stati in grado di colpire una delle tane dei rinnegati a Tripoli”, si legge in una dichiarazione pubblicata su un profilo Twitter legato all’Isis.
L’autobomba ha scosso l’intero quartiere di Dahra, dove hanno sede diverse ambasciate straniere della capitale libica. Il territorio si trova sotto il controllo delle milizie di Alba della Libia fedeli al Congresso generale nazionale, parlamento filo-islamista eletto nel 2012 e riconosciuto illegittimo dalla comunità internazionale.