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Trionfo Tokayev fra le proteste

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Tutto come da previsioni. Il nuovo presidente del Kazakistan è Kassym-Jomart Tokayev. Il candidato di Nur Otan – che ha ottenuto il 70,76% dei voti secondo la commissione elettorale – diventa così il secondo capo dello Stato della storia del piccolo Paese nato dalla disgregazione dell'Unione sovietica. Il suo predecessore, Nursultan Nazarbayev, ha governato ininterrottamente per 30 anni (compreso il periodo in cui era presidente del soviet supremo della Repubblica socialista del Kazakistan). Lo sfidante, il candidato di opposizione Amirzhan Kosanov ha ottenuto, invece, poco più del 16,2% dei suffragi. 

Il cambiamento può attendere

Le elezioni si sono svolte in un clima di tensione con centinaia di manifestanti arrestati. A suscitare l'indignazione la manovra politica con cui è stato imposto il nome di Tokayev. E ora, con la sua netta affermazione, il Paese sembra aver perso l'appuntamento con il treno del cambiamento. Il neo capo dello Stato, del resto, oltre ad aver svolto il ruolo di presidente a intermi è da sempre un fedelissimo di Nazarbayev. “Vorrei cambiare questo regime che dura da 30 anni” ha detto una giovane donna che ha partecipato alla mobilitazione andata in scena ad Almaty, considerata la capitale economica kazaka.   

Arresti

Il vice ministro degli Interni Marat Kozhayev ha riferito che tre poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e che circa 500 manifestanti sono stati arrestati. In manette è finito anche Chris Rickleton, giornalista britannico di Agence France-Presse successivamente rilasciato ma che ha riportato una contusione all'altezza dell'occhio. Tokayev ha minimizzato la protesta. “E' un diritto del popolo quello di manifestare – ha detto – anche se le elezioni non dovrebbero trasformarsi in un campo di battaglia”. 

Timori

Alcuni elettori hanno voluto, tuttavia, voluto sostenere l'impegno di Tokayev a portare avanti la politica di Nazarbayev ma c'è il timore che, nei fatti, l'ex presidente possa continuare a esercitare il potere dietro le quinte. E non manca chi crede che, nel lungo periodo, il suo progetto sia quello di “tenere caldo” il posto da capo dello Stato alla figlia, Dariga Nazarbayeva.

 

Luca La Mantia: