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Tregua di 72 ore in Yemen per favorire l’arrivo degli aiuti alla popolazione

Un minuto prima della mezzanotte è entrato in vigore nello Yemen un cessate il fuoco di 72 ore che riprende le condizioni della tregua temporanea di aprile: lo ha annunciato in un comunicato l’inviato speciale delle Nazioni Unite Ismail Ould Cheikh Ahmed.
Il previsto cessate il fuoco, ha sottolineato l’inviato, “risparmierà alla popolazione dello Yemen ulteriore spargimento di sangue e permetterà una più estesa distribuzione dell’assistenza umanitaria”. La tregua, ha aggiunto, potrà essere rinnovata, augurandosi che essa porterà ad una “fine permanente e duratura del conflitto”.

In Yemen si fronteggiano due schieramenti. Da una parte le forze che fanno ad Abdel Rabbi Monsour Hadi, eletto nel 2012 dopo la fine del regime di Ali Abdullah Saleh. L’attuale presidente è sostenuto dall’Arabia Saudita, dai paesi del Golfo, dall’Egitto e dagli Usa. L’altroo schieramento è formato dagli Houthi (un gruppo legato agli sciiti alleati con l’Iran), dalle forze fedeli all’ex presidente Saleh e da Teheran.

Si è spesso parlato di una “guerra per procura” tra due rivali storici della regione del Golfo Persico: l’Arabia e l’Iran. In realtà è anche uno scontro violento basato sulla rivalità tra gruppi yemeniti che fanno riferimento a diverse personalità politiche nazionali (Saleh e Hadi) oltre che a differenze religiose (sunniti i sostenitori di Hadi, sciiti quelli degli Houthi).

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