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Tra le vittime anche una neonata

C'è anche una bimba di 8 mesi tra le vittime degli scontri andati in scena ieri al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, dove migliaia di palestinesi si sono riuniti per manifestare contro lo spostamento a Gerusalemme dell'ambasciata Usa nello Stato ebraico. 

Tragedia

La piccola, Leila al-Ghandhour, è morta per aver inalato i gas lacrimogeni. Lo ha riferito il locale ministero della Sanità. Non è chiaro quanto la neonata e i suoi genitori fossero vicini alla barriera di sicurezza, dove si sono verificati gli incidenti peggiori. Salgono così a 59 le vittime del “Giorno della rabbia“. 

Lutto

Il giorno dopo il massacro più pesante da anni nei Territori palestinesi, a Gaza si dà sepoltura ai morti. E si preparano a nuove manifestazioni. Ma intanto, secondo fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro, gli Stati Uniti hanno bloccato all'Onu una richiesta di inchiesta indipendente su ciò che è accaduto al confine tra Israele e Gaza. Dopo la strage, la più grave dalla guerra del 2014, il presidente dell'Anp, Abu Mazen, ha proclamato uno sciopero generale e tre giorni di lutto. Ma oggi i palestinesi celebrano anche il 70esimo anniversario della Nakba, (la “catastrofe”), l'esodo forzato di migliaia di persone dalle terre arabe confiscate da Israele con la creazione dello Stato ebraico, nel 1948.

Preoccupazione

La comunità internazionale segue con ansia la vicenda. Il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Lu Kang, nel corso di una conferenza stampa ha invitato tutte le parti coinvolte a “esercitare moderazione” per evitare un'escalation della tensione. “La Cina”, ha proseguito, ritiene che la risoluzione della questione israelo-palestinese “debba essere fondata sulle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, e sulla ripresa dei colloqui di pace il prima possibile per risolvere lo status finale di Gerusalemme attraverso il dialogo”. Lu ha infine ribadito il sostegno della Cina alla soluzione dei due Stati, uno per Israele e uno per la Palestina, e a Gerusalemme Est come capitale dello Stato palestinese.

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