Non c'è stato niente da fare per il Boeing 737 della Ethiopian airlines. Quel tragico schianto era ormai una certezza, nonostante l'enorme sforzo dei piloti per cercare di riallineare l'aereo e scongiurare la catastrofe. Pare abbia vinto la macchina, che sia stato più forte il software anti-stallo, scattato e mai tolto nonostante in cabina di pilotaggio ci abbiano provato fino all'ultimo istante. “Portalo su, portalo su!”, era il grido che imperava in quei drammatici istanti, come riportato nel dettaglio dal rapporto preliminare stilato dagli esperti di Parigi dopo l'esame delle scatole nere. Al netto di ulteriori possibili sviluppi, l'indagine ha appurato che non ci fu errore umano ma che, anzi, “l'equipaggio ha seguito tutte le procedure stabilite dal costruttore, ma non è stato in grado di riprendere il controllo del velivolo”.
I sospetti
Non si spegneva quel software anti-stallo e, da sola, la cloche non bastava. L'aereo tornava continuamente in picchiata, riuscendo a resistere in volo per appena sei minuti. Come spiegato dal ministro dei Trasporti dell'Etiopia, Dagmawit Moges, nel rapporto il dispositivo in questione (il Manoeuvering Characteristics Augmentation System o Mcas) non viene menzionato chiaramente ma l'analisi sembra indicare come il problema non dipendesse dagli uomini in cabina di comando, gettando al contempo un'ombra sulle dichiarazioni di Boeing che, finora, aveva sostenuto come i piloti potessero rimuovere in ogni momento il sistema sospetto. Quel che è certo, è la morte di 157 persone in un incidente che, per sospetti e caratteristiche, risulta quasi identico a quello accaduto a ottobre al 737 Max 8 della Lion Air, in Indonesia.
Ethiopian: “Orgogliosi dei nostri piloti”
Altro aspetto dato per assodato, è il tentativo ripetuto dei piloti di evitare il dramma: dal grido “tiralo su” all'allerta lanciata alla torre di controllo, il comportamento dell'equipaggio è rimasto estremamente professionale fino all'ultimo istante. In una dichiarazione rilasciata nella giornata di ieri, l'amministratore delegato di Ethiopian Airlines, Tewolde GebreMariam, ha dichiarato di essere “molto orgoglioso dell'alto livello di prestazioni professionale” dei piloti, affermando che è stato fatto tutto il possibile per “recuperare l'aereo dalla persistenza della picchiata, sfortunatamente non riuscendoci”. Ora starà al prosieguo dell'indagine stabilire se il difetto vada davvero inquadrato nel sistema anti-stallo. Fino a quel momento resta il dramma di un disastro sul quale totale chiarezza ancora non c'è.