Settecentocinquantacinque diplomatici americani sono stati cacciati dalla Russia come ritorsione alle sanzioni contro Mosca approvate dal Congresso Usa. L’annuncio di Vladimir Putin conferma il pugno duro del Cremlino e arriva nonostante il provvedimento di Washington non sia ancora entrato in vigore.
Il testo del progetto di legge è infatti sul tavolo del presidente Donald Trump che, pur essendosi impegnato a firmarlo, ancora non lo ha fatto. “Ha detto chiaramente che lo farà” precisa il vice presidente Mike Pence, smorzando le critiche. In un’intervista a Rossiya 1, Putin parla di pazienza esaurita: “abbiamo aspettato per un po’” un cambiamento e un miglioramento dei rapporti con gli Stati Uniti, “ma giudicando da tutto, se qualcosa cambierà non sarà a breve” afferma il presidente russo. I diplomatici americani dovranno lasciare la Russia entro l’1 settembre: a partire da quel momento gli Stati Uniti potranno contare al massimo 455 diplomatici nelle loro rappresentanze in Russia, cioè esattamente quanti ne ha il Cremlino fra ambasciata e consolati americani.
“E’ venuto il momento di mostrare agli Stati Uniti che non lasceremo le loro azioni senza risposta. Washington ha assunto posizioni che peggiorano i nostri rapporti bilaterali e possiamo mettere in campo anche altre misure per rispondere” aggiunge Putin, confermando le parole del vice ministro degli esteri Sergei Ryabkov. In un’intervista ad Abc, Ryabkov ha parlato di “varie opzioni” a disposizione di Mosca, senza sbilanciarsi sui dettagli. L’annuncio di Putin rappresenta un’escalation negativa nei rapporti con Washington, nonostante il dialogo “costruttivo” fra Trump e il presidente russo ad Amburgo a margine del G20. Non è escluso che Mosca possa inasprire ulteriormente la sua ritorsione contro gli Stati Uniti per sanzioni ritenute ingiustificate. Misure criticate duramente anche dall’Unione Europea. E accolte con scetticismo anche da Trump: il provvedimento approvato dal Congresso non impone solo sanzioni alla Russia, ma limita allo stesso tempo l’autorità del presidente su una loro eventuale abolizione. Pur non convinto Trump ha assicurato che firmerà il progetto, decidendo così di non aprire un nuovo fronte di scontro con il Congresso sulla Russia, che già è al centro delle indagini che vendono coinvolto il presidente.