L’Australia ha deciso di sospendere per precauzione i suoi raid aerei contro obiettivi dell’Isis in Siria alla luce dell’abbattimento da parte di un caccia Usa di un jet governativo sabato scorso, provocando le ire della Russia. Lo ha reso noto il dipartimento della Difesa del Paese. Sei caccia australiani sono attualmente basati negli Emirati Arabi Uniti per missioni contro l’Isis in Siria e in Iraq.
Non si allenta, in ogni caso, la morsa della tensione fra le due superpotenze impegnate, su fronti opposti, nella guerra civile siriana. Gli Stati Uniti hanno abbattuto un drone armato pro-regime nel sud della Siria. Lo ha reso noto la coalizione anti-Isis, sottolineando che il velivolo con guida a distanza è stato abbattuto da un F-15E. “La coalizione ha detto chiaramente a tutte le parti che le dimostrazioni di intenti ostili e azioni delle forze pro-regime contro la coalizione e i suoi partner in Siria non saranno tollerate“.
Il drone è stato abbattuto nella notte, intorno alla mezzanotte e mezza mentre avanzava in modo ostile contro le forze della coalizione. L’incidente è avvenuto nella stessa area dove lo scorso giugno è stato colpito un altro drone. “La presenza della coalizione in Siria è per l’imminente minaccia che l’Isis in Siria rappresenta a livello globale – si legge in una nota della coalizione -. La coalizione non cerca una battaglia con il regime siriano, con la Russia o con le forze pro-regime, ma non esiterà a difendere la coalizione e i suoi partner da ogni minaccia”.
Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, “la situazione legata alle azioni della coalizione a guida Usa in Siria è fonte di serie preoccupazioni”. A chi gli chiedeva se Mosca teme che la crisi siriana possa portare a un aperto conflitto con gli Usa Peskov ha risposto: “Su questo non commenterò”.