Sale la tensione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Infatti, l’artiglieria di Pyonguang ha aperto il fuoco alle 16 contro un altoparlante che da giorni lanciava slogan e faceva propaganda verso il Nord, nella sezione sudcoreana della frontiera “demilitarizzata” tra i due Paesi. Al momento non risultano feriti, ma i media sudcoreani hanno reso noto che le città vicine al confine sono state fatte evacuare per precauzione.
La risposta di Seul non si è fatta attendere: l’esercito sudcoreano ha lanciato decine di proiettili di artiglieria da 155 mm verso il territorio nordcoreano. Lo ha reso noto il ministero della Difesa che “ora monitora da vicino l’attività delle truppe nordcoreane”. Secondo quanto riferito dallo stesso ministero, Pyongyang avrebbe minacciato ulteriori azioni militari se la propaganda sudcoreana non cessa entro 48 ore. Si tratta dello scambio di colpi più grave degli ultimi cinque anni. La presidenza sudcoreana ha ordinato una riunione d’urgenza del Consiglio nazionale di sicurezza. Le minacce, inoltre, coincidono con l’inizio delle grandi esercitazioni navali tra le truppe di Seul e quelle statunitensi. Manovre che scatenano puntualmente l’ira di Pyongyang.
L’episodio arriva in un momento difficile nei rapporti tra le due Coree: Seul accusa Pyongyang di aver posizionato delle mine nella zona demilitarizzata del confine che hanno provocato il ferimento di due soldati la settimana scorsa. L’accusa, ripetuta agli altoparlanti al confine, aveva provocato la reazione del regime di Kim Jong-un che aveva minacciato “un’azione di giustizia militare” se la “propaganda” non fosse terminata.
L’escalation tra le due Coree preoccupa Mosca: in una nota il ministero degli Esteri russo si augura che “nessuna delle parti oltrepassi la ‘linea di pericolo’”.