Nel corso di un colloquio telefonico il presidente russo, Vladimir Putin, e quello americano, Barack Obama, hanno cercato di appianare le divergenze sulla Siria. Entrambi sono d’accordo nell’intensificare la cooperazione tra le rispettive agenzie ed altre strutture per implementare la dichiarazione di cessate il fuoco del Gruppo Internazionale di Supporto sulla Siria. Obama avrebbe invitato Putin a interrompere i raid contro le postazioni dei ribelli anti Assad.
Sul ruolo di Mosca in Siria è intervenuto anche il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, durante una conferenza stampa tenuta a Riad. La Russia, ha detto, “fallirà nel suo tentativo di salvare Bashar al Assad”, così come l’Iran. Mosca “deve fermare i suoi raid aerei contro l’opposizione moderata siriana”, ha aggiunto l’alto responsabile saudita. La caduta di Assad “è solo questione di tempo, prima o dopo il regime cadrà, aprendo la strada per una nuova Siria senza Assad”, ha concluso.
Sul dossier Siria si è discusso anche nel dibattito tra i candidati americani. Il magnate newyorchese Donald Trump è a favore di un coinvolgimento di Mosca, l’ex governatore della Florida Jeb Bush contrario, perché a suo avviso il Cremlino bombarda anche forze di opposizione ad Assad sostenute dagli Usa. Trump ha indicato come sua priorità nel campo della sicurezza nazionale, se eletto, decidere come attaccare l’Isis e i suoi militanti, definiti “animali”, e ha criticato sia la guerra in Iraq sia l’accordo voluto da Obama sul nucleare iraniano.