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TELEFONATA OBAMA-PUTIN: SUL TAVOLO LA SITUAZIONE UCRAINA, IRAN E ISIS

Sembra proprio che dalla fredda Russia ci sia voglia di disgelo, almeno sul fronte occidentale. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Vladimir Putin ha telefonato a Barack Obama per discutere dei dossier più caldi a partire dalla crisi ucraina, che è stata la goccia definitiva che ha incrinato i rapporti tra Usa e Russia, riportando i due Paesi nel vecchio clima della Guerra Fredda. Ma altri temi sul tavolo della telefonata, come l’ascesa dell’Isis e il programma nucleare iraniano, a 4 giorni dalla scadenza per l’intesa definitiva tra Teheran e i 5+1.

“Il presidente Obama ha ribadito la necessità che la Russia rispetti la parte dei suoi impegni previsti dagli accordi di Minsk, incluso il ritiro di tutte le truppe e l’equipaggiamento di Mosca dal territorio ucraino”, si legge in una nota. Putin e Obama hanno poi concordato sulla necessità di contrastare l’ Isis, soprattutto nella “sempre più pericolosa situazione in Siria”. La Russia, tra l’altro, è uno degli ultimi alleati rimasti, insieme all’Iran, del leader siriano Bashar Assad. Proprio sull’Iran i due leader hanno sottolineato “l’importanza di continuare a dimostrare un fronte unitario tra i 5+1” nei negoziati in corso per impedire che il Paese si armi di bombe atomiche.

Intanto è l’Italia che si offre di portare la bandiera della pace tra Russia e Occidente, si è autoincaricato Berlusconi che dice che andrà “nella Federazione Russa per alcuni giorni per incontrare il Presidente Putin, su suo stesso invito. C’è una situazione di tensione nella politica internazionale tra l’Occidente e la Federazione Russa, che si sta sempre più aggravando, con conseguenze sull’economia e sull’occupazione italiana e sulle prospettive di pace”, spiega nel frattempo in una nota il presidente di Foza Italia. Continua poi dicendo di non poter sottrarsi “al dovere di interessarmi di questa situazione, perché sono stato proprio io a far stipulare il trattato di Pratica di Mare tra la Nato e la Russia nel 2002”, trattato che ha posto la fine della guerra fredda, e, continua l’ex cavaliere “come Presidente nel G8 ad adoperarmi affinchè fosse firmato nel 2009 l’accordo preliminare per le riduzioni delle armi nucleari nei rispettivi arsenali, al Presidente Obama e al Presidente Dimitri Medveded”. Nonostante oggi non ricopra nessun ruolo istituzionale confida nei buoni rapporti e nella stima dei protagonisti della politica internazionale per “cercare di rendermi utile alla pace e al miglioramento delle relazioni tra l’Europa, gli Stati Uniti e la Federazione Russa”, conclude l’ex premier.

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