L'onda dei gilet gialli in Francia non si è arrestata. Oggi è tornato nelle strade il fronte di protesta nei confronti dell'aumento annunciato dal Governo del prezzo del carburante, e non sono mancati momenti di alta tensione. A Parigi, in particolare, gli agenti di polizia hanno usato lacrimogeni per bloccare il corteo di oltre 3mila persone che tentava di passare sul ponte pedonale sulla senna Leopold Sedar Senghor nei pressi dell'Assemblea nazionale. Ora i dimostranti sono fermi davanti al Museo d'Orsay, impegnati in uno scontro a distanza con la polizia: diversi i feriti medicati in ospedale colpiti dalla polizia con i cosiddetti “flash ball”, proiettili non letali. Scontri si registrano anche a Beauvais, dove si trova uno degli aeroporti della regione parigina, e a Montpellier (sud della Francia) per disperdere le manifestazioni, mentre a Saint Malo, in Bretagna, la polizia ha fatto sgomberare i dimostranti che impedivano l'accesso al porto, fermando due persone. Blocchi stradali o ferroviari anche a Avignone, Marsiglia, Sedan (Ardenne) e in altre località. Anche le strade di Caen, in Normandia, e Le Mans sono state invase dall'odore acre dei lacrimogeni sparato dalla polizia per disperdere i gilet gialli. “Manifesteremo qui tutti i sabati, continueremo per tutto il 2019”, ha detto al megafono nei pressi dell'Arco di Trionfo, a Parigi, Sophie, una dei manifestanti di questo gruppo, secondo i media francesi. “Faremo sì che i cittadini si riprendano il potere. Vogliamo degli stati generali organizzati dal popolo per il popolo”. I manifestanti continuano a chiedere le dimissioni del presidente francese Emmanuel Macron; fischi e insulti anche all'indirizzo di molti giornalisti, accusati di essere conniventi con il potere. Il numero massimo di manifestanti si è contato lo scorso 17 novembre, quando in circa 230mila hanno calcato le strade francesi. A mezzogiorno di oggi, il Ministero dell'Interno francese ha segnalato complessivamente la presenza di 12mila manifestanti in tutto il Paese.