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Svolta per le donne saudite: dal prossimo anno potranno guidare

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Dal prossimo anno le donne saudite potranno finalmente guidare l’automobile. La svolta è contenuta in un decreto di re Salman che concede loro di prendere la patente. Un cambiamento epocale – considerato che il regno wahabita era l’unico al mondo che non concedeva questa diritto – annunciato contemporaneamente sia dalla televisione di Stato, sia ad un evento a Washington, scrive il New York Times. “Questa è una grande vittoria per noi”, ha commentato con soddisfazione Latifa Shaalan del Consiglio della Shura ad Al Arabiya. “Abbiamo combattuto per decenni su questo tema, e ogni volta ci veniva detto che non era il momento giusto”.

I nove mesi che ancora dividono le saudite dalla possibilità di mettersi al volante daranno il tempo al Paese, dove vige una rigidissima separazione dei sessi, di adeguarsi a livello burocratico ed amministrativo, così come di organizzare corsi di scuola guida. Entro trenta giorni tuttavia è prevista la creazione di una commissione governativa ah hoc. Un enorme passo in avanti per le saudite, obbligate finora a spostarsi in auto solo con un autista o con un uomo della loro famiglia. La voglia di cambiamento era partita nel 2013, quando una decina di donne decisero di sfidare apertamente le rigide regole mettendosi alla guida. Fermate dalla polizia religiosa vennero multate. Tuttavia quel piccolo passo segnò una rottura, anche nell’opinione pubblica.

Da quel 26 ottobre di 4 anni fa attiviste del movimento femminile saudita cominciarono infatti a postare sul web alcuni video che le ritraevano al volante. Attivisti e militanti – tra cui anche diversi uomini – avevano poi incoraggiato le loro compagne a mettersi alla guida delle auto e a postare su Twitter le loro immagini con l’hashtag “#IWillDriveMyself“. Dalla sua salita al trono nel gennaio del 2015 re Salman ha avviato una serie di riforme che hanno riguardato anche l’universo femminile.

Solo tre giorni fa, e per la prima volta nella storia, l’Arabia Saudita ha infatti permesso alle donne di andare allo stadio per prendere parte alle festività in occasione dell’87esimo anniversario della fondazione del regno. Qualche mese prima – a maggio – venne emessa l’ordinanza che permette l’accesso ai servizi governativi senza il consenso del coniuge o del “tutore” di sesso maschile.

In Arabia Saudita non ci sono specifiche leggi che vietano alle donne di poter accedere a tali servizi, tuttavia alcuni organi ed uffici governativi richiedono che la richiesta venga presentata dal compagno. Un altro grande cambiamento storico si ebbe a fine 2015 quando le saudite ebbero finalmente la possibilità di partecipare come candidate ad una tornata elettorale quella per i consigli municipali, che per la prima volta ha visto riconosciuto il loro diritto di voto e di elezione. Nel regno ultra conservatore rimangono ancora tanti tabù per le donne: sono infatti costrette a indossare, secondo una rigida interpretazione del precetto islamico, una tunica nera che lascia scoperti solo gli occhi. Inoltre restano ancora le restrizioni sulla libertà di movimento, di viaggiare da sole oltre alla rigida separazione dei sessi in tutti glia mbiti pubblici, tranne che in quello familiare.

Edith Driscoll: