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Sudan: attaccato il sit-in di protesta

I militari sudanesi hanno attaccato i manifestanti che da due mesi partecipano al sit-in sotto la sede del quartier generale dell'esercito, a Karthoum, per chiedere una transizione verso un governo civile dopo il golpe che ha portato alla destituzione di Omar al Bashir

Vittime

Stando a quanto affermato dal Comitato centrale dei medici sudanesi – tra gli organizzatori della protesta – almeno 5 persone sarebbero morte e diverse sarebbero rimaste ferite. Nell'assalto – ha riferito su Twitter l'Associazione dei professionisti sudanesi (Spa) – per disperdere i manifestanti il Consiglio di transizione militare (al governo nel Paese) avrebbe inviato un ingente numero di soldati”. 

Blitz

In diversi quartieri della capitale hanno risuonato i colpi di arma da fuoco, mentre pennacchi di fumo si alzavano in cielo. Mohammed Alamin, un giornalista di Khartoum, ha raccontato ad Al Jazeera che le truppe delle Rapid Support Forces (Rsf) hanno prima usato i lacrimogeni e, in seguito, hanno lanciato una bomba a mano, poi hanno iniziato a sparare. “I soldati in questo momento controllano la maggior parte dell'area dove si svolgeva il sit-in – ha spiegato – quasi tutti i manifestanti sono stati dispersi. I militari stanno bloccando tutti gli ingressi alla zona con i blindati per impedire alle persone di ritornare”. 

Testimonianze

Testimoni hanno raccontato che i soldati erano armati fino ai denti e hanno iniziato a sparare contro di loro, nonostante il sit-in fosse pacifico e nessuno abbia fatto nulla per provocarli. “Siamo stati attaccati dalle Rsf e dalla polizia” ha detto un manifestante alla tv del Qatar. “I militari hanno gettato la maschera – ha affermato un altro – non sono diversi da chi c'era prima, non sono quello che dicono di essere, non vogliono il cambiamento ma solo il potere. Adesso sappiamo tutti cosa stiamo affrontando, è una nuova fase. Ci vorrà più tempo ma non credo che i sudanesi si tireranno indietro”.  

L'annuncio

Il sit-in era diventato il punto di riferimento del movimento di protesta sorto in Sudan dopo il golpe. Nei giorni scorsi il Consiglio militare ha definito la protesta “un pericolo” annunciando un'operazione contro “elementi che si muovono al di fuori della legge”.  

 

Luca La Mantia

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