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Studenti in piazza contro il caro-università

Cresce la protesta degli studenti in Albania per chiedere una riduzione delle tasse universitarie. Si tratta di una mobilitazione inedita, la più significativa dalle manifestazioni del 1990 contro il regime comunista.

Le manifestazioni

In migliaia si sono radunati davanti alla sede del ministero della Pubblica istruzione, sostenuti da centinaia di liceali. In segno di malcontento hanno lanciato uova e bruciato le bandiere delle tre principali formazioni politiche nel Paese. Punto di partenza della protesta, cominciata nei giorni scorsi, è stata la contestazione del pagamento degli esami di recupero, al quale il governo ha prontamente rinunciato. Successivamente le rivendicazioni si sono allargate alla riduzione delle tasse universitarie del 50%, migliori condizioni di alloggio nei residence e senza costi proibitivi, aumento del budget ministeriale, lotta alla corruzione tra docenti per ottenere un diploma.

Diritto allo studio salato

Nelle università pubbliche albanesi, frequentate da circa 110 mila studenti, le tasse vanno da 160 a 2560 euro, una somma importante per cittadini che percepiscono uno stipendio medio di 350 euro al mese. Il governo investe soltanto il 3,3% del prodotto interno lordo (Pil) nella scuola. Un giovane su tre è disoccupato, spinto all'immigrazione, mentre il tasso nazionale di disoccupazione si attesta attorno al 14%

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