Sono terminate alle 12,55 al Parlamento europeo di Strasburgo le esequie dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, i primi funerali di Stato mai organizzati dall’Ue. L’ultimo saluto per il ‘patriota europeo’, come lo ha definito il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, era iniziato alle 11 di questa mattina.
L’ultimo viaggio
La bara di Kohl è arrivata questa mattina presto dalla sua casa di Ludwigshafen, in Germania, coperta soltanto con una bandiera europea ed è stata messa in una camera ardente dove gli ospiti in arrivo al Parlamento si sono fermati per un omaggio e un momento di raccoglimento. Da lì è stata trasportata nell’emiciclo, l’aula dove si riuniscono gli eurodeputati in seduta plenaria, per la cerimonia funebre e i discorsi ufficiali.
I leader e gli ospiti internazionali sono arrivati in anticipo al Parlamento, accolti dal presidente dell’eurocamera Antonio Tajani. Sono entrati, tra gli altri, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Per l’Italia, presenti gli ex premier Silvio Berlusconi e Romano Prodi e il ministro degli Esteri Angelino Alfano.
Il cordoglio di Alfano
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Angelino Algano ha scelto di rendere omaggio a Kohl con queste parole, a nome di Palazzo Chigi: “Esprimo il profondo cordoglio del Governo italiano e mio personale per la scomparsa di Helmut Kohl, statista Popolare europeo, padre della riunificazione tedesca”.
I discorsi dei leader
Il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel – “Caro Cancelliere, se io oggi sono qui è grazie a lei”, ha concluso la Merkel – hanno tenuto i discorsi conclusivi, ma a parlare si sono avvicendati anche il premier russo Dmitri Medvedev, l’ex presidente Usa Bill Clinton, e – prima di loro – l’ex premier spagnolo Felipe Gonzalez.
Tajani
L’esempio di Helmut Kohl “ci deve guidare per il futuro, dobbiamo scegliere la speranza e mettere da parte la paura, è proprio questo che ci chiedono i nostri cittadini”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ripreso dall’Ansa, nella sua orazione funebre per l’ex cancelliere tedesco.
“Dobbiamo lavorare insieme per rilanciare l’ideale europeo – ha detto Tajani – l’Europa deve alzare la testa”. Ricordando Kohl il presidente dell’eurocamera ha sottolineato che “merita un posto d’onore nel Pantheon europeo”, perché “non vi è pagina dell’integrazione europea che non abbia l’impronta del suo coraggio”. “Ha difeso sempre la libertà contro i muri, le cortine di ferro, i totalitarismi – ha detto ancora -. Per lui la riunificazione significava non un’Europa più tedesca ma una Germania più europea”.
Medvedev e Tusk
“Kohl era un uomo del futuro. Creò una nuova Germania, formò le generazioni future” e “avendo vissuto la guerra cercò di creare un mondo senza frontiere”, ha detto il premier russo Dmitrij Medvedev nella sua orazione funebre. “Per la Russia è sempre stato un amico saggio e sincero”, ha concluso.
“Davanti alla bara di Helmut Kohl i successori di questi grandi eroi della storia europea devono fare un esame di coscienza. A Berlino e Varsavia, Parigi e Budapest la questione del futuro di un’Europa unita deve essere univoca: un sonante sì. Sì all’Unione, sì alla libertà, sì al rispetto dei diritti umani”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Clinton: “Lo amavo”
L’ex presidente Usa ricorda l’ex cancelliere tracciandone un profilo che va dalle sue indiscusse doti di statista a un aneddoto personale: “Siamo qui perché Helmut Kohl ci ha dato l’opportunità di essere qualcosa di più grande di noi, delle nostre fugaci carriere politiche. Lo amavo, Hillary diceva che lo amavo perché era l’unica persona che aveva un appetito più grande del mio a tavola e nella politica”.
Merkel: “Ha personificato un’epoca”
Helmut Kohl “ha studiato storia e ha trovato il suo posto nei libri di storia” e ha “personificato un’epoca”, ha dichiarato la cancelliera tedesca dinanzi all’Europarlamento. “Non perse mai di vista quello che era oltre la Germania. Quello che diamo per scontato lo dobbiamo a lui”, ha aggiunto. “Senza Helmut Kohl la vita di milioni di persone che vivevano al di là del muro sarebbe stata completamente diversa, anche la mia. Il fatto che io sia qui lo devo a lei. Graz per l’opportunità che mi ha dato, che ha dato anche ad altri, grazie per l’opportunità che abbiamo avuto grazie a lei come tedeschi e europei. Ha costruito tantissimo, riposi in pace, ora sta a noi conservare il suo legato, mi piego di fronte a lei e al suo ricordo con tutto il mio rispetto e la mia riverenza”.