La Corte costituzionale spagnola non ha violato la Convenzione europea dei diritti umani quando ha multato i membri delle commissioni elettorali per il referendum sull'indipendenza della Catalogna. Lo afferma, con una decisione che non ammette appello, la Corte di Strasburgo.
Il ricorso
I giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso con cui Montserrat Aumatelli Arnau, una cittadina spagnola, sosteneva che Madrid avesse violato numerosi suoi diritti. In particolare la donna affermava che la notifica della multa, 6mila euro al giorno, che la Corte Costituzionale aveva imposto per tutti i membri delle commissioni elettorali referendarie, non le era stata notificata personalmente. Inoltre la donna riteneva che essere membro delle commissioni elettorali non potesse essere considerato un delitto, e che comunque non aveva avuto modo di ricorrere contro la decisione. Infine asseriva di essere stata vittima di una persecuzione politica.
Decisione
Per quanto riguarda l'ultimo punto la Corte di Strasburgo sostiene che la ricorrente non abbia fornito elementi sufficienti a provare quanto affermato. Per quanto invece concerne la multa la Cedu afferma che questa è prevista dalla legge spagnola, e che nonostante non le sia stata notificata personalmente, la donna era al corrente del fatto che la Corte Costituzionale aveva ordinato la sospensione del referendum e che quindi agendo contro questa decisione si incorreva in multe e processi. Infine i giudici di Strasburgo osservano che l'affermazione secondo la quale non c'era modo di ricorrere contro la multa è contraddetta dai fatti. Tutti gli altri membri delle commissioni elettorali, affermano i giudici europei, hanno fatto ricorso contro le multe e ottenuto la loro cancellazione.