Strage in Siria, dove un raid ha colpito un convoglio umanitario della Mezzaluna Rossa causando la morte di almeno 12 operatori e un autista dei camion. Il convoglio stava portando aiuti nella provincia di Aleppo. L’episodio si è veirificato dopo che nella giornata di ieri, il governo di Damasco aveva annunciato la fine della tregua, appoggiato da Mosca, in vigore da lunedì 9 settembre, dopo il raggiungimento dell’intesa tra Usa e Russia.
Secondo quanto riferito dall’Osservatrio siriano dei diritti dell’uomo, l’attacco ha colpito il convoglio mentre gli operatori stavano scaricando gli aiuti umanitari. “Se si verifica che questo attacco imperdonabile era destinato agli operatori umanitari, allora equivale a un crimine di guerra”, ha dichiarato Stephen O’Brien, il capo delle operazioni umanitarie dell’Onu. Al momento non è chiaro quale sia la nazionalità degli aerei che ha scaricato le sue bombe sugli operatori della Mezzaluna Rossa, ma nessuno dei gruppi ribelli dispone di una forza aerea.
Intanto, dall’Onu hanno comunicato che il raid ha colpito 18 dei camion su 31 che erano diretti ad Orum al Kubra. Solo poche ore prima, un convoglio composto da 45 camion pieni di aiuti umanitari era riuscito ad entrare incolumen nella città assediata di Telbise, nella provincia centrale siriana di Homs, secondo quanto riferito dal portavoce internazionale della Croce Rossa a Damasco Ingy Sekdy, spiegando che la carovana oirganizzata dall’Onu e con la Mezzaluna Rossa siriana, è destinata a soccorrere e sfamare 84 mila persone.
In totale, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ieri sono morti 36 civili ad Aleppo e nella sua provincia si sono verificati oltre 40 attacchi aerei lanciati dopo l’annuncio di Damasco. Inoltre, sabato scorso si era verificato un altro giorno di crisi. Un raid aereo della coalizione anti-Isis guidata dagli Usa avrebbe colpito accidentalmente una base governativa nell’est del PAese, uccidendo 62 miltari dell’esercito di Bashar al Assad. Un attacco pe cui gli Stati Uniti si sono scusati, ma che il presidente siriano ha definito “un atto di aggressione palese”.