Nuova strage di civili a Mosul. Secondo quanto riferito dall’Onu in un solo giorno l’Isis avrebbe ucciso 163 persone. Era il primo giugno, e bambini, donne, uomini tentavano di fuggire dalla città irachena dove è in corso una vasta offensiva contro il sedicente Stato Islamico. I tagliagole del Califfato non hanno avuto pietà e hanno sparato, a caso, contro tutti quelli che tentavano di mettersi in salvo. Le strade della zona occidentale di Mosul sono ancora disseminate dei corpi martoriati.
“La brutalità di Daesh non ha limiti” ha denunciato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’sd Al Hussein, che ha dato per primo la notizia. “Ieri, il mio staff mi ha riferito di corpi di uomini, donne e bambini che ancora giacciono per le strade del quartiere al-Shira, nella parte occidentale di Mosul, dopo che 163 persone sono state uccise da Daesh il primo giugno per impedire loro di fuggire”, ha detto Zeid intervenendo davanti al Consiglio Onu per i diritti umani riunito in sessione a Ginevra. “Il mio staff – ha aggiunto l’Alto commissario – ha inoltre ricevuto segnalazioni di persone scomparse da questo quartiere”.
I jihadisti combattono porta a porta contro le forze irachene, appoggiate dagli aerei della Coalizione anti-Isis a guida Usa, che stanno cercando di riconquistare completamente Mosul, caduta in mano al Califfato nel 2014 e ripresa in parte da Baghdad. Ma la resa non è dietro l’angolo e le vittime civili, soprattutto i minori, rischiano di essere ancora molte. Ieri Peter Hawkins, rappresentante Unicef in Iraq, aveva avvertito che “i bambini vengono uccisi, feriti e utilizzati come scudi umani“. L’Agenzia Onu per l’infanzia stima che centomila tra bambini e ragazzi siano in condizioni estreme di pericolo nella città vecchia e in altre aree di Mosul ovest.