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Strage di Berlino, caccia a un tunisino di 24 anni: “E’ armato e pericoloso”

Si stringe il cerchio attorno al responsabile della strage in un mercatino di Natale di Berlino, costata la vita a 12 persone. La polizia sta cercando Anis A. (Amir secondo alcune fonti), un tunisino di 24 anni colpito da un provvedimento di espulsione. E proprio quest’ultimo documento sarebbe stato ritrovato sotto il sedile del guidatore. Il giovane sarebbe nato nella cittadina di Tataouine nel 1992.

Indentikit

Secondo il Sueddeutsche Zeitung era arrivato in Italia nel 2012 e nel 2015 si era trasferito in Germania. Era stato “fermato dalla polizia ad agosto con un falso documento d’identità italiano a Friedrichshafen“, località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell’area di Kleve, al confine con l’Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità. Il giovane, recentemente radicalizzato, avrebbe utilizzato “almeno 12 nomi falsi” tra cui anche “un nome egiziano“. Va considerato “armato e pericoloso”.

Rivendicazione

Intanto è arrivata la rivendicazione dell’Isis. “Un nostro soldato ha compiuto una vendetta per gli attacchi in Siria” si legge nella dichiarazione riportata dall’agenzia Amaq news. La firma del Califfato sull’attacco è giunta dopo che il principale sospettato, un profugo pakistano, era stato rilasciato. Del resto la tecnica usata dal killer ricorda quella già utilizzata a Nizza lo scorso 14 luglio e che provocò quasi 90 morti.

Scagionato

Il profugo, di 23 anni, per motivi non chiari si era dato alla fuga dal luogo dell’attacco attraverso il grande parco cittadino del Tiergarten ma era stato fermato dalla polizia dopo circa un chilometro grazie alla indicazioni di persone che lo avevano notato. Esami del Dna e altri accertamenti non sono stati sufficienti a confermare l’arresto del giovane indicato col nome di Naved.

L’autista polacco

La “Bild” ha fornito nuovi particolari sull’esecuzione del massacro. Citando fonti investigative scrive che l’autista polacco cui il tir era stato sottratto avrebbe lottato sino all’ultimo per deviare il camion ed era ancora vivo quando è iniziata la strage. Sul suo corpo sarebbero state trovate diverse ferite da taglio. Prima di fuggire il killer lo avrebbe finito con un colpo di pistola.

Poche chance per Fabrizia

Si affievoliscono, intanto, le speranze per Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne italiana che risulta dispersa dalla notte dell’attacco. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso “grande apprensione per la nostra connazionale dispersa” ma il padre ha rivelato che la famiglia ha capito che “era finita” già all’una e mezza di notte: “quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi – afferma trattenendo a stento i singhiozzi -. È lì con mia moglie in attesa dell’esame del dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo”. Ad assisterli nelle strazianti procedure è l’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi. Inoltre, secondo fonti investigative, c’e’ un altro italiano rimasto ferito in maniera non-grave ma, stando ad altre fonti, potrebbe esserci un terzo italiano coinvolto. Per le vittime è stata celebrata una messa ecumenica proprio nella “chiesa del ricordo”, davanti alla quale il tir si è fermato travolgendo stand natalizi e persone per un’ottantina di metri. Vi hanno partecipato i vertici dello Stato tedesco e la cancelliera Angela Merkel, che in un dichiarazione resa in giornata ha esortato a trovare “la forza per vivere come desideriamo in Germania, liberi, insieme e aperti”.

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