Smentita l’ipotesi secondo cui uno dei due terroristi che si sono fatti esplodere ad Ankara sabato scorso fosse una donna. Gli autori della strage nella capitale turca sono infatti due uomini. Lo ha reso noto l’ufficio del premier turco, Ahnet Davutoglu. Nella nota dell’ufficio di Davutoglu si spiega che la polizia sta ancora cercando di identificare uno dei due kamikaze e quindi non si conferma la notizia che si tratti del fratello ventenne dell’autore della strage del 20 luglio a Suruc, vicino al confine con la Siria, in cui morirono 33 filo-curdi e che fu poi rivendicata dall’Isis.
La stampa turca ha riferito che il primo kamikaze sarebbe invece stato identificato. Si tratta di un uomo di 20/25 anni. Secondo il quotidiano filo-governativo turco Yeni Safak, gli inquirenti sarebbero riusciti a recuperare frammenti di impronte digitali dai resti dell’ordigno. Benché al momento manchi ancora una rivendicazione dell’attentato, secondo le fonti della sicurezza turca dietro all’attacco ci sarebbe l’Isis: “Tutti i segnali ci indicano che l’attentato possa essere stato realizzato dall’Isis – ha dichiarato una fonte investigativa – siamo completamente focalizzati sull’Isis”. La polizia turca ha arrestato oggi in diverse province 36 persone accusate di legami con il califfato, ma gli arresti non sarebbero legati alla strage.
Il corteo pacifista era stato organizzato da alcuni gruppi dell’opposizione, organizzazioni di sinistra e curdi moderati dell’Hdp – il cui successo elettorale alla consultazione di giugno aveva impedito a Erdogan di conquistare la maggioranza e l’aveva costretto a indire le elezioni del prossimo primo novembre – per chiedere la fine del confronto armato con i curdi. I due attentatori kamikaze si erano infiltrati tra i manifestanti facendosi esplodere proprio in mezzo ai militanti dell’Hdp. Almeno 97 i morti e quasi 200 feriti è il bilancio provvisorio.