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Stop del Gambia alle relazioni con Taiwan: la Cina promette investimenti

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La Cina premia il Gambia per aver interrotto le relazioni diplomatiche con Taiwan. Pechino ha annunciato di voler offrire il proprio sostegno all’agricoltura, al turismo e ad altri settori economici del Paese africano. La svolta nei rapporti con Pechino si è verificata quando il nuovo governo, che ha sostituito il regime di Yayha Jammeh, ha deciso unilateralmente di recidere ogni legame con Taiwan.

Le aziende cinesi, in particolare, affiancheranno quelle francesi nella realizzazione del porto di Banjul (sull’oceano Atlantico). Un’infrastruttura che consentirebbe al Gambia di scardinare il monopolio di Dakar e del Senegal in quella specifica area geografica. Si tratterebbe del primo grande cambiamento, sotto il profilo economico, in Gambia dopo la cacciata di Jammeh, al governo per oltre 20 anni.

Il ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, ha spiegato che la ripresa dei rapporti diplomatici fra Pechino e Banjul non solo ha migliorato le relazioni bilaterali ma anche aperto scenari importanti sul fronte della cooperazione.

Il Gambia, ha sottolineato il ministro degli Esteri Ousainou Darboe, si adeguerà alla politica dell'”Unica Cina”, portata avanti dal Dragone, secondo cui Taiwan fa parte del territorio cinese. Da questa collaborazione, ha aggiunto, il governo del Paese africano si attende interventi in vari settori.

Taiwan, hanno raccontato alla Reuter alcuni funzionari africani, aveva avviato contatti informali con la nuova leadership del Gambia nel tentativo di ottenere un cambiamento sul fronte della politica estera, senza, però, sortire gli effetti sperati.

Per anni, la Cina e Taiwan hanno cercato di indebolire i reciproci alleati, offrendo generosi aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Pechino ha aumentato la sua pressione sui rivali dopo l’elezione a presidente di Tsai Ing-wen, esponente del partito progressista democratico indipendentista. Le autorità del Pcc continuano a ribadire che non riconosceranno mai l’autonomia di Taiwan. In Africa questo status è, al momento, riconosciuto solo da Burkina Faso e Swaziland.

 

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