“Non abbiamo sentito nulla dalle fonti ufficiali su qualunque decisione abbiano preso a Washington a riguardo. Non sappiamo nulla neanche dello stato di programmi simili che potrebbero essere realizzati da altri enti americani”. Lo dice uno dei portavoce del ministero degli Esteri russo, Artiom Kozhin, a proposito della notizia pubblicata dal Washington Post secondo cui Donald Trump avrebbe deciso di porre fine al programma segreto della Cia per armare e addestrare ribelli moderati siriani che si oppongono al governo di Bashar al Assad. “Parlando in generale – ha aggiunto Kozhin – la nostra posizione sui flirt degli Stati Uniti con i miliziani siriani è già stata espressa diverse volte. Possono provocare delle conseguenze imprevedibili militari e politiche”. Secondo il funzionario del ministero degli Esteri di Mosca, “non è un segreto che una notevole parte dei miliziani che gli americani hanno preparato nel quadro del programma ben noto ‘Train and equip‘ alla fine si sia unita all’Isis e ad Al Nusra”.
Intanto il ministro russo degli Esteri, Serghei Lavrov, ha detto che “nel prossimo futuro” il lavoro per definire il funzionamento della zona di de-escalation nel sud della Siria “sarà completato“. In questo momento, ha affermato, “vengono definiti i particolari legati a come funzionerà, per garantire il controllo sul rispetto del regime di cessate il fuoco tra le truppe governative e l’opposizione armata, nonché per garantire l’accesso umanitario senza ostacoli e il movimento dei civili nella zona e fuori di essa”.
Lavrov ha poi puntato il dito contro gli Usa sostenendo che, al contrario di quelle russe, le basi americane in Siria “non hanno nessun fondamento legale”. “Le nostre basi in Siria – ha sottolineato – “noi non le nascondiamo a nessuno. Sono state create e funzionano con accordi governativi e il loro obiettivo è sostenere la lotta contro i terroristi”. Invece – ha proseguito il capo della diplomazia russa – “gli Stati Uniti non forniscono troppe informazioni sulle loro basi”.