Non sono bastate le firme raccolte in circa venti città della Russia: la Commissione elettorale, come in gran parte annunciato, ha dato esito negativo alla richiesta di candidatura di Alexei Navalny. L'oppositore e blogger russo, potenziale avversario di Vladimir Putin nella corsa alle presidenziali al via il prossimo marzo, non potrà correre alle votazioni in qualità di candidato: lo hanno deciso, all'unanimità, i 12 componenti della Commissione, che ha giudicato valida la sentenza di incandidabilità dovuta alla sua condanna a 5 anni per appropriazione indebita. Un'accusa, questa, che Navalny ha sempre rigettato, motivandola come una sentenza prettamente politica: l'ipotesi dell'oppositore, però, non è bastata a convincere i giudici russi, così come non si sono rivelate sufficienti le petizioni firmate dai suoi elettori nel corso delle manifestazioni di ieri.
L'ineleggibilità
Incassato il colpo, Navalny ha invitato gli elettori a scioperare il giorno del voto, astenendosi dall'esprimere la propria preferenza a Putin come agli altri candidati: “Stiamo dichiarando uno sciopero degli elettori, chiediamo a tutti di boicottare queste elezioni. Non riconosceremo il loro risultato”. Del resto, la linea d'azione in caso di mancata candidatura era stata ben esplicata durante il palco allestito a Mosca, quando il blogger si era annunciato come “candidato di tutta la Russia”, prima di essere indicato come “ineleggibile per problemi con la giustizia” dai giurati della Commissione. La mancata presenza di Navalny spiana dunque la strada al presidente uscente, Vladimir Putin, in corsa per il suo quarto mandato e giudicato dai più come il probabile vincitore delle elezioni di marzo.
Possibilità e candidati
A concorrere con Putin saranno, principalmente, il rappresentante del Partito comunista, Pavel Groudinine, la destra di Vladimir Jirinovski e, soprattutto, la 36enne Ksenia Sobchak, candidata del Partito per l'iniziativa civile russa. Attorno alla candidatura della giornalista, noto volto televisivo, i consensi sono sensibilmente cresciuti negli ultimi mesi, circostanza che ha spinto i sondaggisti a indicarla come probabile prima avversaria di Putin per la corsa al Cremlino. Va detto che le ambizioni presidenziali di Navalny si presentavano fragili fin dall'inizio: secondo la legge russa, infatti, chi ha subito una condanna perde il diritto alla candidabilità fino a dieci dopo la fine della pena. Un dettaglio non certo irrilevante, attorno al quale erano emersi molti dubbi circa le possibilità elettorali del blogger: anche nella giornata di ieri, con la manifestazione sulla Moscova ancora in corso, molte fonti russe riducevano al lumicino le sue speranze. Ora è arrivata anche l'ufficialità.