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Spagna, bufera sul referendum: arrestati 12 esponenti del governo catalano

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Soffia un vento carico di tensione sulla penisola iberica. A venti giorni dall’1 ottobre, data del referendum sull’indipendenza della Catalogna, ritenuto illegale da Madrid, sono stati arrestati dalla Guardia Civile nazionale dodici esponenti del governo catalano. A finire in manette anche Josep Maria Jové, braccio destro del vice presidente della regione autonoma della Catalogna.

L’intervento

“La polizia militare è entrata nei dipartimenti Affari economici, Esteri e della Presidenza dell’esecutivo regionale”, riferisce un portavoce della Generalitat, il governo autonomo. È la prima volta che le forze dell’ordine spagnole fanno irruzione in questo luogo. Perquisizioni negli edifici dell’ufficio delle Entrate, del Welfare e del Centro Telecomunicazioni regionale. Ieri la Guardia Civile aveva perquisito una società di posta privata, sequestrando l’ottanta per cento delle notifiche di convocazione per i seggi elettorali.

Le proteste

L’intervento delle forze dell’ordine ha scatenato la rabbia degli indipendentisti catalani. Davanti alla Generalitat si sono radunate centinaia di persone per protestare contro l’azione dei militari. La manifestazione è tuttora in corso, con striscioni e cori contro le “forze di occupazione”.

Rajoy: “Obbligati ad intervenire”

Dal canto suo il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy difende la decisione dell’esecutivo: “Il governo tutela i diritti di tutti gli spagnoli”, ha dichiarato in Parlamento, “i giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l’obbligo di far rispettare la sentenza”.

La reazione dei politici catalani

Su Twitter ha risposto all’arresto del suo braccio destro il vicepresidente catalano Oriol Junqueras: “Stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo”. Si associa all’indignazione la sindaca di Barcellona, Ada Colau, che usa sempre Twitter per esprimere il suo pensiero: “È uno scandalo democratico che si perquisiscano le istituzioni e si arrestino cariche pubbliche per motivi politici. Difendiamo le istituzioni catalane”.

Il presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha convocato una riunione d’urgenza del governo locale. Presente anche l’ex presidente Arturo Mas. I partiti indipendentisti catalani hanno abbandonato i lavori del Congresso dei deputati a Madrid come forma di protesta.

Madrid contro il referendum

Quella di stamattina è solo l’ultima azione, la più eclatante, messa in piedi da Madrid contro il referendum di indipendenza catalano, indetto unilateralmente dal Governo della Catalogna.

Nei giorni scorsi, il Ministero delle Finanze spagnolo ha emesso un provvedimento con il quale si stabilisce che tutte le fatture relative alla fornitura di beni e serivizi funzionali al referendum saranno sotto la lente dei controlli fiscali.

La decisione del dipartimento è seguita alla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha definito illegale il referendum.

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