Diciannove raid su Sirte sono stati condotti negli ultimi tre giorni dall’aeronautica americana impegnata nell’operazione “Odyssey Lightning“, volta a distruggere le postazioni dell’Isis nella sua roccaforte libica per agevolarne la riconquista da parte delle truppe regolari. Da agosto, riferisce un comunicato del comando statunitense Africom, sono stati effettuati 430 bombardamenti. A novembre il numero di attacchi aerei è calato. Ciò è dovuto alla sostituzione della porvavelivoli da assalto anfibio Uss Wasp, dalla quale decollavano gli Av-8 Harrier, con la più piccola Uss San Antonio, in grado di trasportare solo elicotteri e droni.
Contemporaneamente prosegue l’offensiva via terra delle milizie libiche con l’operazione “Bunian al Marsus“. Il massiccio attacco, spiegano i soldati, avrebbe costretto il Califfato a ripiegare all’interno di un quartiere marittimo grande circa un chilometro quadrato. La nuova corazzata, assicura Africom, secondo quanto riferito dalla Agenzia Nova, “continuerà la missione di sostegno alle forze alleate del governo di accordo nazionale che combattono per riprendere Sirte dalla stretta di Daesh (acronimo in arabo di Stato islamico)”. I raid hanno “ridotto notevolmente la capacità dell’Isis di utilizzare armi pesanti e le posizioni di combattimento nemiche, oltre ad aver ridotto il numero di veicoli-bomba”.
La limitata capacità di decollo per i velivoli trasportati dalla San Antonio è dovuta a un ponte di volo molto piccolo. Gli elicotteri impiegati sono gli Ah-1 SuperCobra, dotati di di un cannone da 20 millimetri ed equipaggiati con otto missili Hellfire, con 50 razzi da 70 millimetri o con un mix di entrambi.