Almeno 68 persone hanno perso la vita nell'incendio divampato durante un tentativo di rivolta in un centro di detenzione del quartier generale della polizia a Valencia, nello stato centrale venezuelano di Carabobo. Alcune delle vittime, sono morte carbonzzate, mentre altre asfissiate. Negli ultimi dieci anni si sono verificati gravi incendi e rivolte nelle carceri venezuelane ma, secondo le ogn per i diritti umani, nonostante il grave sovraffollamento e le condizioni disumane del sistema carcerario del Paese, una tragedia di questa portata non si è mai verificata prima.
La rivolta
Secondo una prima ricostruzione, il tentativo di ammutinamento sarebbe iniziato quando un detenuto armato ha sparato a un poliziotto, colpendolo a una gamba. Secondo quanto riferito da Carlos Nieto, direttore dell'Ong “Ventana de Libertad” che si occupa di monitorare la situazione dei detenuti nelle carceri, l'incidente si sarebbe verificato all'alba di mercoledì durante un tentativo di fuga. I detenuti avrebbero dato fuoco ai materassi e preso in ostaggio un poliziotto.
La disperazione dei familiari
Dopo la tragedia, decine di familiari si sono riuniti davanti al commissariato e sono scoppiati incidenti, sedati dalla polizia con lanci di lacrimogeni. Un video pubblicato su Twitter, mostra le immagini di dozzine di persone che chiedevano informazioni, tra cui alcune donne in lacrime di fronte a un picchetto della polizia a guardia del luogo. Il governatore di Carabobo, Rafael Lacava, ha dichiarato, con un post su Twitter che verrà aperta “un'indagine seria e approfondita per trovare le cause e i responsabili di questi eventi deplorevoli“.