Un fortissimo terremoto, magnitudo 7,9 si è abbattuto ieri in Papua Nuova Guinea, Stato insulare a nord dell’Australia che occupa la porzione orientale dell’isola della Nuova Guinea, la cui parte occidentale appartiene all’Indonesia. L’epicentro del sisma è stato localizzato a soli 60 km a est di Taron, sull’isola di Nuova Irlanda; l’ipocentro, vale a dire il punto esatto nella crosta terrestre dove si è verificata la frattura, a una profondità di 103 chilometri. Lo ha reso noto l’Istituto geofisico americano (Usgs).
Il Pacific Tusnami Warning Center aveva emesso inizialmente l’allarme tsunami per le aree circostanti, Indonesia e Isole Solomone. Così anche il ministero per la Protezione civile della Nuova Zelanda, che aveva avvertito la popolazione via Twitter: “Al momento non sono necessarie evacuazioni delle zone costiere, ma vi esortiamo a stare lontani dalle spiagge e non entrare in acqua a seguito di questo allarme tsunami”. L’allarme è poi rientrato.
La scossa di magnitudo 7,9 é stata seguita, sempre secondo l’Usgs, da due altri sismi minori che hanno interessato la stessa zona a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro. Il primo, di magnitudo 5,5, è stato registrato 56 km a est di Taron ad una profondità di 89 km; il secondo, di magnitudo 6, è stato localizzato 169 km a sudest di Taron a una profondità di circa 36 km.
Questa area del Pacifico centro-meridionale è stata di recente interessata più volte da forti terremoti. Lo scorso 8 dicembre un sisma di magnitudo 7.7 era stato registrata a 68 km a sud ovest delle Isole Salomone, in mare aperto. L’epicentro era stato localizzato a una settantina di chilometri a ovest-sudovest di Kirakira, ad una profondità di 49 chilometri. Il sisma non aveva provocato la formazione di onde anomale e non aveva fatto né vittime né danni.
Il giorno seguente un’altra scossa, magnitudo 6,9, aveva interessato la medesima zona. A 23 ore di distanza dal primo, il nuovo terremoto aveva avuto epicentro a 90 km a sud-ovest di Kirakira, a soli 30 km dalla costa, e ipocentro a soli 10 km di profondità. Anche in questo secondo caso, l’allarme tsunami era rientrato senza che si verificassero danni a cose o persone.
Di diverso tenore il sisma magnitudo 7.8 che si era verificato in Nuova Zelanda (stato insulare dell’Oceania) lo scorso fine novembre. In quella occasione la scossa, con ipocentro a 23 chilometri di profondità a 53 chilometri nordest di Amberley e 93 a nord di Christchurch, aveva causato due vittime e centinaia di sfollati.