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SIRTE, MILIZIE FILO-GOVERNATIVE UCCIDONO IL MUFTI’ DELL’ISIS AL-KARAMY

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Un nuovo duro colpo è stato inferto all’Isis in Libia, dove le truppe filo-governative – che sostengono il governo di Abdel Fattah al-Sarraj – hanno dichiarato di aver ucciso il muftì e predicatore Hassan al-Karamy. A riferirlo è proprio una fonte delle brigate Al binyan al-Marsous, che combattono nella città di Sirte.

La fonte ha spiegato che al-Karamy – accusato anche di aver preso parte all’attacco contro l’ambasciata americana a Bnegasi l’11 settembre 2012, dove perse la vita l’ambasciatore Chris Stevens – è stato colpito in un attacco mirato contro un edificio nel centro di Sirte, dove le milizie filo-governative stanno lottando per riconquistare gli ultimi quartieri ancora in mano ai jihadisti. Al-Karamy, nato 28 anni fa a Bengasi, ha fatto parte dell’organizzazione qaedista Ansar al-Sharia prima di unirsi all’Isis.

Inoltre, nella giornata di ieri, un’altro esponente di spicco del sedicente Stato Islamico è stato ucciso da un raid dell’aviazione russa. Infatti, nel pomeriggio di ieri gli Usa avevano annunciato la morte del portavoce del Califfato Abu Muhammad al Adnani. Secondo le prime informazioni era stato annunciato che il numero due dell’Isis era stato ucciso mentre si trovava in auto da un drone americano, ma la notizia non era stata confermata. Solo più tardi, l’agenzia stampa dei jihadisti, tra l’altro creata proprio dallo stesso al-Adnani, aveva annunciato la morte del vice di al-Baghdadi.

La notizia è stata prontamente rilanciata dal Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo jihadista sul web. Successivamente, è stata Mosca a rivendicare la “paternità” del raid, spiegando che al-Adnani è stato colpito da un missile lanciato dai Su-34 russi durante un bombardamento nella zona di Maratat Yum haush, nei pressi di Aleppo, dove sono deceduti anche altri 40 jihadisti.

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